Questo mondo fondato sulla separazione è stato confezionato dai linguaggi umani. Ogni aspetto dell’esistenza che percepisci, così come ogni essere umano, possiede un suo proprio nome. Ogni nome identifica un’entità separata rimossa dalla sua unità originaria al fine di creare una realtà arbitraria articolata dalla linearità del tempo. Ciascuna entità di questo mondo è vittima sia dei nomi che del tempo. I nomi impongono la separazione, laddove il tempo li condanna a morire e nascere in un mondo frammentato. Il tempo è la caratteristica più perversa dei linguaggi umani. Oltre a nomi, forzati a coesistere nell’incessante conflitto tra soggetti e oggetti, i linguaggi umani forniscono anche verbi. La nostra esistenza è vincolata dai nomi e dalla spietata coniugazione di verbi al passato, presente e futuro. Ci sarebbe pure il condizionale, così come il congiuntivo, massimo livello di depravazione temporale, che preferisco lasciar perdere anche perché non ho ancora capito come funziona. Detto tra noi, il mio tempo favorito è l’infinito, il più semplice, che tra l’altro gode pure dell’immunità di coniugazione, un tempo svincolato dal tempo, l’unico spiraglio linguistico verso l’eternità.
Insomma, tutto questo mondo è iniziato e continua a esistere tramite il linguaggio, la parola, il verbo, appunto perché il Verbo è il Dio di questo mondo. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1-18).
L’ipotesi è che ci sia un altro mondo, o altri mondi, fondati su linguaggi diversi da quelli umani, ossia linguaggi multidimensionali. L’astrologia era in origine uno di questi linguaggi, prima di essere corrotta dai linguaggi umani e da buona parte degli astrologi. Questi linguaggi multidimensionali sono in effetti i nostri veri linguaggi, quelli che usavamo prima di essere strappati dall’unità dell’esistenza. Per recuperarli occorre prima di tutto essere disposti a lasciare andare l’attaccamento esclusivo verso il linguaggio che ci è stato imposto dalla nascita.
Se, per esempio, usi solo l’italiano, in quanto tua lingua natale, come mezzo di comunicazione e conoscenza, anche se raggiungi massimi livelli di saggezza non farai alcun passo nella tua espansione di coscienza. Seguiterai a restare intrappolato all’interno di un paradigma separato, autistico e fomentatore d’illusione. A questo riguardo può essere utile talvolta apprendere lingue di altre culture, che sebbene siano anch’esse fomentatrici di separazione, ti consentono di capire che il tuo paradigma di separazione non è l’unico esistente. Puoi anche, ancor più idealmente, inventarti un tuo proprio linguaggio, chiamare le cose in modo diverso da quello che ti hanno obbligato a usare, e sovvertire coniugazioni dei verbi, nomi, avverbi, pronomi personali e aggettivi ordinari, mettendo ciò che è costretto a stare nel passato o nel futuro nel presente, o viceversa. Per esempio, “io ero felice” diventa “io sono felice”, e “io sono triste” si trasforma in “io ero triste”, così come “lui è felice e io sono triste” diventa “lui e io siamo felici (perché trasformo io in lui)”.
Quel che conta è non rimanere intrappolati in un solo linguaggio ed essere liberi di usare il linguaggio che più ti aggrada. Multidimensionalità significa esistere simultaneamente in diverse realtà e poter sceglierle liberamente. Una volta che questo diventa il tuo proposito per eccellenza allora puoi iniziare a recuperare il tuo linguaggio originario…