Più una cultura è bandita, ostracizzata e censurata, più accresce per me il suo fascino. Il fatto che un paese possa proibire la circolazione di opere e autori di un’altra cultura mi ripugna in modo tale da non permettere di esprimere dignitosamente quello che provo mediante il linguaggio. Poiché le culture dominanti mi nauseano per la loro falsità e arroganza, ne deriva che tutto ciò che provoca loro fastidio rappresenta per me un barlume di luce.
Non nutro interesse per le culture che trionfano in ragione del loro prepotente dominio politico, militare ed economico. Non provo alcun interesse per chi monopolizza i circuiti letterari, musicali, artistici, cinematografici e letterari con squallide opere, in buona parte plagi ripugnanti di opere di altre culture.
Amo le opere dei paesi estranei alle culture dominanti, specialmente quelle maggiormente sotto tiro e oggetto d’infami censure e pregiudizi in questi tempi.
A meno che una cultura non si pieghi agli interessi dell’occidente, producendo in base alla logica del suo mercato, essa viene bandita o ignorata.
Il motivo principale è dovuto al fatto che le culture non occidentali già da tempo hanno stabilito nel profondo un rapporto con altre realtà. Esse si sono espanse multidimensionalmente, laddove l’occidente seguita a restare intrappolato nel suo avido autismo di dominio su questo mondo, fagocitando ogni aspetto della sua realtà visibile. In questo modo continua a separarsi dal resto del mondo, e da tutto l’universo visibile e invisibile. Probabilmente questo è ciò che seguiterà a fare, fino a marcire su questo pianeta, mentre il resto del mondo si evolverà tanto da non essere più visibile per l’occidente. E a quel punto non ci sarà più bisogno di censura, poiché l’occidente rimarrà solo, separato da tutto e tutti, invisibile perché inesistente.
PS: Tutte le informazioni fornite in questo gruppo sono presentate unicamente per stimolare la consapevolezza e le intuizioni del lettore, e non sono intese a sostituire la sua ricerca ed esperienza diretta. I nostri scritti non costituiscono l’enunciazione di verità assolute, bensì di punti di vista limitati, che fanno parte di una visione più ampia, o di messaggi strategici intesi a scuotere la coscienza dall’assuefazione a pregiudizi e idee fisse. Esprimendo un punto di vista riconosciamo simultaneamente il suo esatto opposto, così come ogni possibile diversità. I nostri articoli contengono talvolta riferimenti all’astrologia, intesa unicamente come mappa strategica della psiche o per misurare le divisioni del tempo, ed escludendo quindi in modo categorico qualsiasi forma di divinazione e predizione del futuro.