Il 15 agosto la Chiesa Cattolica e Ortodossa celebrano l’Assunzione di Maria in Cielo. Questa è anche la data in cui nelle tradizioni gnostiche si ricorda l’Ascensione di Sophia, il Femminile Divino.
Il tema è piuttosto complesso e quanto segue sono solo alcune brevi e incomplete informazioni sulla figura di Sophia e il suo mito di ascensione. Il mito di Sophia è uno dei dodici riferimenti tradizionali cui si ispira l’astrosciamanesimo ed è particolarmente calzante per l’enfasi gnostica sui dodici segni zodiacali e i sette pianeti.
Sophia, la traduzione in greco dell’ebraico “Chokmah”, che denota saggezza, era un personaggio biblico presente con molti riferimenti nelle scritture cristiane. Uno dei motivi per cui il suo nome non è molto rilevante nella Bibbia è perché esso è tradotto di solito con il termine “Saggezza”. Nella Chiesa Cattolica, la figura di Sophia è stata pressoché dimenticata, sebbene alcuni santi, come Santa Ildegarda di Bingen, ne hanno scritto in varie occasioni.
Nello gnosticismo, Sophia è l’aspetto femminile di Dio, ed è associata con lo Spirito Santo della Trinità. Sophia dimora in ogni essere umano come Scintilla Divina, che Cristo fu inviato per attivare, con lo scopo di risvegliare gli uomini dall’illusione del mondo separato creato dal Demiurgo.
Nelle scritture gnostiche Sophia è descritta come la più giovane delle emanazioni divine, l’ultimo degli Eoni, che dimora nel regno dell’unità e della Pienezza (pleroma). Sophia, come gli esseri umani, incorpora due aspetti: il primo (Alta Sophia) fa parte dell’unità ed è pienamente consapevole della connessione con Dio, mentre il secondo (Bassa Sophia) si identifica con un corpo separato da Dio (l’ego).
La Bassa Sophia (Achamoth) manifestò le energie che hanno dato vita al regno della separazione, generando un essere che diventa il creatore del cosmo materiale e psichico in cui come esseri umani ci troviamo. Questo essere, chiamato Demiurgo, avendo perso la connessione con il Padre, crede di essere il Dio assoluto. Di conseguenza, ha creato il suo proprio regno (kenoma), una realtà separata, che è una manifestazione imperfetta del pleroma.
Questo cosmo falso e arbitrario si compone di sette sfere, ciascuna delle quali corrisponde a un pianeta e a un angelo, ed è presieduto da sette governatori (Arconti), mentre la Bassa Sophia, o Achamoth, è bloccata agonizzante nell’ottava sfera. Come risposta alla sua sofferenza, il Padre crea una nuova coppia con lo scopo di redimere Sophia: Cristo e lo Spirito Santo. Nel mito gnostico Gesù è il salvatore della Bassa Sophia, sua sorella e amante.
Nella tradizione cristiana la Vergine Maria e Maria Maddalena sono associate spesso con l’Alta e la Bassa Sophia rispettivamente.
La Croce rappresenta il confine tra il pleroma e il kenoma. Il Cristo riporta Achamoth nel pleroma, mentre lo Spirito Santo rimane per recuperare i restanti frammenti ancora intrappolati nel kenoma.
Non possiamo ritornare alla dimora originale fino a quando non troviamo e recuperiamo quelle parti intrappolate. Come figli di Sophia, siamo gli intermediari tra il cielo e la terra. Passo dopo passo il processo di recupero ha luogo, mentre Sophia ascende verso la luce della Pienezza, muovendosi attraverso le dodici regioni o strati di separazione che ha oltrepassato durante la sua caduta verso il caos. Al fine di superare questi strati essa recita dodici pentimenti o affermazioni poetiche, che le permettono di ascendere lungo i dodici portali, focalizzandosi sulla Luce. Dopo aver chiamato ripetutamente la Luce, i poteri del buio finalmente si dissipano e Sophia entra nel regno della Luce infinita.