L’astrologia originaria degli antichi non si occupava della personalità, né della predizione del futuro, elementi allora del tutto inconcepibili e privi di senso. Essa era intesa come strumento di comunicazione multidimensionale da parte di esseri che identificavano se stessi come parti del tutto e non come individualità separate in competizione o alleanza tra loro.
In quei tempi, non occorreva eseguire calcoli complessi per accostarsi ai misteri dell’universo. Gli astri non si trovavano solo in alto nel Cielo: le loro energie erano accessibili qui, sulla Terra, e gli abitanti del pianeta potevano sentirle liberamente nel corpo, nella mente e nel cuore.
Essi erano in rapporto diretto con i pianeti, li percepivano in ogni cosa e li esprimevano in modi diversi. Cercare di comprendere l’astrologia sulla base delle concezioni successive a quelle originarie, raramente potrà consentirci di afferrarne l’essenza.
Sfortunatamente, non sembrano essere disponibili documenti esaurienti relativi a quell’età primordiale descritta da molte tradizioni del pianeta. Del resto, questa epoca, ben lungi dal possedere radici storiche effettive, potrebbe corrispondere semplicemente ai residui di memoria riguardo a una dimensione esistente oltre i limiti della percezione umana ordinaria. In questo caso, avrebbe poco senso pensare di incontrarla attraverso scavi archeologici o ritrovamenti d’antichi documenti.
Ciò che resta invece alla portata di tutti è la possibilità di recuperarla mediante il lavoro sciamanico, l’accesso diretto alla visione, priva di mediazioni da parte di un’autorità umana. L’astrologia originaria, insieme alle genti e ai luoghi in cui era applicata, non è qualcosa di passato. Essa dimora al di fuori del tempo, ed esiste ancora nell’eterno presente. Questa astrologia, astrosciamanica, vibrante e vivente, e pure sensuale ed erotica, è disponibile sempre, ma solo per coloro che hanno il coraggio di rapportarsi direttamente con le stelle che splendono dentro di noi.