La locuzione caccia alle streghe viene utilizzata come metafora per indicare la ricerca sistematica finalizzata alla cattura e/o messa al bando di persone che vengono percepite come nemici pericolosi sulla base di semplici sospetti e preconcetti o tabù. Trova spazio in più ambiti (religiosi, politici, giornalistici e altri ancora) ed è intesa in genere con connotazioni negative, a indicare ad esempio una indagine volta non tanto alla ricerca della verità o alla soluzione del problema, quanto piuttosto alla individuazione di possibili colpevoli cui addossare la responsabilità di fatti e/o eventi indagati. Più in generale si può utilizzare per indicare ricerca e persecuzione di persone che abbiano idee contrarie a quelle ritenute soggettivamente corrette riferendosi a situazioni di accuse infondate o di opinioni non condivise o per azioni ritenute persecutorie per motivi politici, ideologici o simili (da Wikipedia).
Tratto caratteristico della pratica indicata sopra è che i “cacciatori” di una nuova “caccia alle streghe”, onde costruirsi un alibi o per una particolare deformazione cerebrale, si piazzano sempre in prima fila quando si tratta di condannare i “cacciatori” delle precedenti “cacce alle streghe”. Ne deriva che non c’è cosa per loro più offensiva di essere accusati di ordire una caccia alle streghe. Per cui, se ti trovi a essere vittima di una “caccia alle streghe” o di qualsiasi altro corrispondente termine storico piuttosto pesante, onde evitare che i “cacciatori” diventino ancor più aggressivi, meglio usare un termine meno controverso.