Viviamo in un incubo di falsità e ci sono pochi che sono sufficientemente svegli e consapevoli per vedere le cose come sono. Il nostro primo dovere è cancellare le illusioni e recuperare il senso della realtà. Se dovesse venire la guerra, lo farà a causa delle nostre illusioni, per le quali la nostra coscienza tormentata cerca di trovare scuse morali. Recuperare un senso della realtà significa recuperare la verità su noi stessi e sul mondo in cui viviamo, e quindi acquisire il potere d’impedire a questo mondo di frantumarsi (Nikolai Berdyaev)
NIKOLAI BERDYAEV filosofo, esistenzialista, anarchico cristiano, nato a Kiev il 18 marzo 1874, in una famiglia aristocratica russa. Soprannominato “il filosofo della libertà”, era un uomo vibrante, ribelle a ogni autorità e idea fissa, uno spirito indipendente e negativo. Non poteva tollerare alcuna affermazione assoluta senza negarla immediatamente, a tal punto che era in grado di contraddirsi e di aggredire chi condivideva le sue stesse opinioni.
In Berdyaev l’uomo unisce due mondi: quello divino e naturale, multidimensionale e ordinario. Queste due nature possono unirsi attraverso la libertà e la creatività, che rappresentano le sole vie d’uscita dal dualismo umano. Non esiste una realtà oggettiva, ma solo un’illusione di coscienza, un’oggettivazione della realtà, creata dallo spirito. L’origine della vita è la creatività, la libertà.
Secondo Berdyaev credere che la fonte del male sia fuori di sé è la causa di ogni forma di fanatismo odioso e crudele, di ogni guerra e violenza. La radice del male è in ognuno di noi e si tratta di prendersene piena responsabilità. Nella sua opera Nuovo Medioevo (1923) anticipa il fallimento della civiltà moderna, per cui l’uomo si troverà di fronte alla sua più grave crisi spirituale, incatenato a forze più grandi di lui, che lungi dal liberarlo lo hanno reso schiavo. Tutte le filosofie che esprimevano fiducia nei confronti dell’avvenire sono di fronte al proprio fallimento.
“Il sentimento del male diviene più forte e più acuto nel nuovo Medioevo. La forza del male crescerà e assumerà forme nuove per causare nuovi dolori. Ma all’uomo è stata concessa la libertà dello spirito, la libertà di scegliere la propria via”.
“La distinzione tra le cose di Cesare e le cose di Dio viene costantemente cancellata nel nostro mondo decaduto, e questo indica sempre che il Regno di Cesare sta tentando di inghiottire il Regno di Dio”.
“Per vedere il mondo in una vera luce e ogni cosa nella sua forma corretta, per contemplare l’ampio orizzonte, dobbiamo uscire dalla fossa dell’egocentrismo e salire in alto. Dobbiamo vedere il centro dell’essere non in noi stessi ma in Dio, dov’è veramente, e poi tutto andrà al posto giusto. L’umiltà nel suo significato ontologico è la conquista eroica dell’individualità e l’ascesa alle vette del teocentrismo”.
“Una vera riconciliazione tra Oriente e Occidente è impossibile e inconcepibile sulla base di un comunismo materialista, o di un capitalismo materialista, o addirittura di un socialismo materialista. La terza via non sarà né “anticomunista” né “anticapitalista”. Riconoscerà la verità nella democrazia liberale e riconoscerà ugualmente la verità nel comunismo. Una critica del comunismo e del marxismo non comporta inimicizia verso la Russia sovietica, così come una critica della democrazia liberale non comporta inimicizia verso l’Occidente. . . . Ma la giustificazione finale e più importante di una “terza via” è che ci deve essere un luogo da cui possiamo testimoniare e proclamare con coraggio la verità, l’amore e la giustizia. A nessuno oggi piace la verità: l’utilità e l’interesse personale sono stati da tempo sostituiti alla verità”.