L’esperienza decisiva che metto in relazione con l’inizio formale del mio percorso sciamanico ebbe luogo durante la Luna Piena in Pesci dell’8 settembre 1976, data che nella tradizione cattolica corrisponde alla festa della Natività della Beata Vergine Maria e, in quella gnostica, alla Discesa di Sofia.
Avevo deciso allora di compiere un pellegrinaggio spirituale in Scozia alla ricerca di una visione riguardo quali scelte compiere nella vita. Provvisto di sacco a pelo e zaino passai due settimane muovendomi in territorio scozzese e soprattutto nelle Highlands, nell’area del celebre lago di Loch Ness. L’esperienza decisiva non fu tuttavia quella di vedere il mostro. Essa accadde a Holyrood Park, tra Arthur’s Seat (un vulcano estinto) e le Falesie di Salisbury (Salisbury Crags), un parco reale con colline, laghi, valli, creste e imponenti rocce di basalto, sito a pochi passi dal centro di Edimburgo. Quella zona è una tra le aree più dense di significati esoterici e attività sotterranee multidimensionali esistenti nel nostro pianeta.
Mi è molto difficile descrivere quello che accadde quel giorno, perché nel momento in cui lo faccio mi rendo conto che la descrizione non è corretta e che quello che intendo effettivamente comunicare è omesso. Vi sono inoltre particolari, quelli più importanti, che non posso esternare, sia perché tuttora li percepisco confusi sia per la loro natura controversa. Quindi quanto riporto a seguire è solo un breve e banale tentativo approssimato di descrizione.
All’improvviso, mentre osservavo quel paesaggio spettacolare, provai dapprima un senso di fusione con ciò che mi circondava, un collegamento nitido con ogni aspetto del suo passato e futuro. Poi mi sentii svincolato della mia forma fisica, in grado di entrare in altri corpi e forme. Potevo muovermi liberamente, diventando qualsiasi forma: alberi, acqua, gabbiano, mucca, altri uomini o donne, ecc. Provavo sensazioni fisiche effettive, sentendo e vedendo dalla prospettiva stessa di ogni distinta forma. Inoltre, percepivo lo scorrere di diverse epoche e l’alternarsi di altre presenze su quello stesso scenario. Nel momento che ebbi quell’esperienza, ciò che tuttavia mi stupì maggiormente fu la constatazione di non provare alcuno stupore. Sebbene quello che stava accadendo era qualcosa di assolutamente incredibile, non riuscivo a capacitarmi di come mi potesse sembrare normale. Il paradosso è che piuttosto di essere stupito da quello che mi stava accadendo, ero stupito di non essere stupito.
Quest’esperienza attivò in me il ricordo di un precedente evento, accaduto durante la mia infanzia (clicca qui) che ho descritto nell’opera Astroshamanism: The Voyage Through the Zodiac, Findhorn Press, 2003.
Quel giorno a Edimburgo, e la riattivazione del ricordo di precedenti esperienze, lasciò un segno indelebile nella mia coscienza. Era un senso di immane estasi e amore, che si venne ben presto a scontrare con la realtà della mia vita ordinaria. Da un lato ero determinato ad approfondire e sviluppare il fenomeno, dall’altro mi sentivo isolato e incapace di comunicare la mia esperienza. Tuttavia, a partire da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente. Attraverso viaggi sciamanici e altre pratiche similari, e senza mai fare uso di alcuna sostanza psicotropica o allucinogena, continuai a rapportarmi regolarmente con lo spazio di estasi che avevo vissuto, facendo esperienza anche di natura diversa e talvolta completamente opposta. Ciò mi portò a redigere una mappa sciamanica consistente in 12 stati di coscienza e tre stadi di vibrazione, ossia le fondamenta del lavoro astrosciamanico.
© Franco Santoro