Gli Atti di Giovanni sono un testo apocrifo del Nuovo Testamento, scritto in greco nella seconda metà del II secolo. Il passo più celebre e controverso di questi scritti riferisce alcuni particolari di una danza rotatoria che Gesù e gli apostoli eseguirono in occasione dell’ultima cena, il giovedì santo. La scena prende la forma di un sermone eseguito da Giovanni dinanzi a una folla di fedeli. Secondo i vangeli canonici, Gesù, terminata la cena con i suoi apostoli, si avvia verso il monte degli Ulivi e poi sosta in un podere, chiamato Getsèmani, invitando i discepoli a sedere mentre lui prega. Gli apostoli si addormentano mentre Gesù prega ed accetta la passione.
Negli Atti di Giovanni, Gesù invita invece gli apostoli a danzare intorno a lui, cantando una serie di inni e chiedendo agli apostoli di rispondere con “Amen” ad ognuno dei versi, tra cui:
Io sono luce per te che mi guardi.
Io sono specchio per te che mi contempli.
Io sono porta per te che bussi.
Io sono strada per te che passi.
Il numero 8 canta lodi con noi.
Il numero 12 danza in alto.
Il Tutto in alto prende parte nella nostra danza.
Colui che non danza, non conosce quel che succede.
Gesù invita poi i discepoli a mantenere il segreto sul mistero di questa danza.