Cosa succede quando incroci lo sguardo di qualcuno e lo fissi negli occhi oltre quei pochi secondi socialmente consentiti? C’è una durata limite con cui si può reggere ordinariamente lo sguardo diretto con qualcuno. Varia in base al tipo di rapporto che hai con questa persona, che potrebbe anche essere uno sconosciuto. Dopo questo intervallo, se lo sguardo continua, la situazione può diventare delicata, specialmente se è accompagnata dal silenzio e da scarsa luminosità.
Quello sguardo può provocare un’ampia varietà di emozioni: imbarazzo, paura, insicurezza, vulnerabilità, desiderio, repulsione, odio, amore, ecc. Ciò che maggiormente può creare attrazione o disagio è la sensazione di trovarti sulla soglia di un’altra realtà. Questa realtà può renderti consapevole di chi sei oltre quanto credi di essere.
Scrive il poeta Tahar Ben Jelloun, autore di Notte fatale:
“Quando guardi bene qualcuno negli occhi, sei costretto a vedere te stesso”.
Sono innumerevoli gli occhi che puoi incrociare e ognuno di essi è un portale per vedere chi sei. Ci sono tanti corpi, ognuno diverso dall’altro, così come indicibili possibilità d’interazione, effettive o immaginate. Tuttavia, ti portano tutti a fronteggiare te stesso.
Recita l’autore:
“Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative. Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi”.