Il termine “convivio” è tratto dal latino “convivium” (banchetto, simposio), derivato di “convivere”, “vivere insieme”. Nelle preminenti tradizioni umane le feste in cui ci si riuniva per nutrirsi insieme rappresentavano il momento rituale d’incontro dominante di una comunità. Un convivio implica non solo condividere un pasto con altre persone, ma anche scambiare idee, comunicare esperienze, sanare conflitti e pure rapportarsi con il mondo animale, vegetale e minerale, inclusi gli aspetti invisibili dell’esistenza, antenati, spiriti, angeli, demoni, divinità e Dio stesso, sia nel suo lato di luce, sia nel suo lato di ombra.
Il Convivio è un banchetto di nutrimento a ogni livello, in cui il cibo fisico può tuttavia esserci o non esserci, dove l’aspetto fisico dell’esistenza è riconosciuto come veicolo per l’esternazione di quanto esiste oltre la percezione visiva e ordinaria della vita.
Nelle tradizioni antiche non esisteva una rigida differenza tra cibo fisico e spirituale. L’Eucaristia, o Santa Comunione, per esempio, nelle prime comunità cristiane non era distribuita nella forma di una piccola ostia. L’Eucaristia era un vero cibo, un banchetto completo che integrava cielo e terra. Si riteneva che Dio fosse nel cibo, negli elementi, nella sensualità, e le donne, come tradizionali custodi della cucina e della vita terrena, rivestivano il ruolo spirituale più importante. Poi le cose cambiarono, perché le donne furono escluse dalla guida religiosa, e si aprì un varco tra la vita fisica e spirituale che divenne irreversibile.
Il Convivio è un banchetto multidimensionale in cui l’alimentazione procede coinvolgendo il visibile e l’invisibile, l’ordinario e il non-ordinario, l’Alto, il Basso e il Medio, il Cerchio e il Centro. Modello di riferimento per questo processo sono i tre stadi del Rituale Base del Sacro Cono, che il Convivio esemplifica in ogni suo particolare.
A livello generale il Convivio è una pratica interspirituale di comunicazione e guarigione olistica e sciamanica che trova le sue radici nelle pratiche delle culture più antiche del pianeta. Esso si basa sulla consapevolezza e l’esperienza che ogni aspetto della vita è intimamente connesso e parte dello stesso tutto. Secondo questa prospettiva olistica non esiste separazione, e possiamo comprendere noi stessi e il mondo circostante solo se siamo disposti a riconoscere e accettare ogni parte della più ampia realtà in cui esistiamo. Questa realtà comprende anche ciò che dimora oltre la nostra percezione ordinaria. La struttura tipica del convivio è un cerchio, composto da persone, pietre o altri oggetti intese a rappresentare tutti gli aspetti della realtà, visibile e invisibile.
Lo scopo del Convivio è condividere visioni, idee, emozioni, sogni ed altre esperienze, promuovere una comunicazione trasparente, attenta e onesta, prendere decisioni collettive giuste, apportare guarigioni, onorare la voce e presenza di ogni parte, creare un senso esperienziale di unità collettiva, rilasciare il senso di separazione, fornire nutrimento fisico, emotivo, mentale e spirituale, insieme anche alle condizioni per rilasciare i residui del nutrimento stesso a ogni livello.
Nell’epoca attuale la disponibilità d’informazioni sul cibo fisico e spirituale ha raggiunto massimi storici. Così come c’è una quantità e varietà di cibo e diete senza precedenti, c’è anche un’eccezionale quantità e varietà di cibo spirituale sul mercato. Innumerevoli pratiche spirituali, rituali, libri e siti internet su ogni cultura e orientamento, sono liberamente accessibili. Mai nella storia dell’umanità abbiamo sperimentato una tale profusione di risorse fisiche e spirituali.
Purtroppo abbondanza e risorse non implicano necessariamente una qualità superiore. Al contrario, l’umanità odierna sembra soffrire di uno stato di fame spirituale profonda. Grandi quantità di nutrimento spirituale non garantiscono la copertura delle nostre necessità vitali basilari. Perciò è importante capire quali sono le necessità fondamentali per una dieta spirituale.
Detto molto semplicemente, il requisito fondamentale per il cibo spirituale è la presenza dello Spirito. Il termine “spirito” deriva dal latino “spiritus”, che significa “respiro”. Il respiro è il requisito fisico fondamentale nella vita umana e precede ampiamente il cibo ai fini dell’immediata sopravvivenza. Tuttavia, quando approda alla vita spirituale, il respiro va ben oltre la sopravvivenza fisica, poiché abbraccia il nostro sé multidimensionale, una natura enigmatica, misteriosa, di cui non si può dire nulla a parole senza rischiare di cadere nella banalità, nella propaganda delle trite definizioni religiose.
Accedere a questa dieta ci permette di risvegliare ed energizzare il nostro vero sé, uscendo dall’incubo della separazione ed espandendo la consapevolezza di chi siamo, o meglio nella domanda sincera, nell’incognita di chi siamo, nella presenza del mistero della vita e della morte. Questo mistero potremmo chiamarlo Dio, una parola legittimamente imbarazzante per alcuni e indubbiamente generatrice di conflitti e fraintendimenti da parte delle varie tradizioni e culture che ne fanno o meno uso. Per questo motivo nel Cerchio del Sacro Cono lo chiamiamo, questo mistero, questo Dio, “Sacro Cono”.
Questo è in definitiva ciò che nutre la nostra autentica natura: la presenza di Dio, del Sacro Cono. D’altra parte, insieme al nutrimento, esiste anche un’altra funzione vitale che implica la digestione del cibo, l’assimilazione delle sostanze utili e il rilascio di materiali di residuo e sostanze tossiche. Un Convivio del Sacro Cono, comprende non solo il nutrimento e l’assimilazione, ma anche il rilascio e l’evacuazione a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale.
Entrando nel Convivio, ogni membro è consapevole che si tratta di uno spazio sacro, la cui frequentazione favorisce un processo di guarigione comprendente non solo i partecipanti, la Comunità e il territorio circostante, bensì l’intero pianeta, e ogni forma di vita visibile e invisibile di questo e altri universi.
Il Convivio ci ricorda che sebbene le circostanze del tempo atmosferico, emotivo e mentale, con i loro diversi livelli di buio e luminosità, possono cambiare in un gruppo o per ogni individuo, la presenza del punto centrale, dell’asse verticale, chiamato anche Sacro Cono, permane costante e accessibile ugualmente per tutti. Il Cerchio ci insegna così a rilasciare l’identificazione con i nostri processi emotivi e mentali personali, diventando coscienti di fare parte di una più ampia realtà.
Negli incontri di Convivio i partecipanti si siedono solitamente in cerchio impiegando protocolli diversi in base alle tradizioni e consuetudini locali. In genere il Convivio inizia con alcuni momenti di silenzio o con un’invocazione che consente di riconoscere e attivare la sacralità dell’incontro. Dopo una purificazione e centratura mediante fumigazione, preghiera, danza, canti, tambureggiamenti, meditazione, letture da testi sacri o altre pratiche, a ogni partecipante è data la possibilità di intervenire uno a uno, ricevendo attenzione e rispetto totale da tutti gli altri.
Durante il Convivio ognuno ha l’opportunità di vedersi rispecchiato in chi parla e di fornire, a sua volta, questa possibilità agli altri partecipanti. In questo modo si sviluppa intimità e fiducia, e si impara ad accettare gli altri come parte di sé stessi.
La disposizione circolare garantisce la coesione del gruppo e il suo rapporto paritario con il Centro, che rappresenta il Sacro Cono nella sua espressione di asse verticale, in cui si collocano i tre mondi della cosmologia sciamanica.
Prima dell’arrivo dei partecipanti, il Sacrista (Preparatore del Convivio) ha il compito di sistemare in maniera completa quanto è necessario per l’incontro.
I partecipanti si mettono a sedere in posizione circolare, assicurandosi di spegnere cellulari e altre apparecchiature elettroniche, e di essere tutti in grado di vedersi l’un l’altro senza sforzi. In questo modo esemplificano la loro connessione sia con l’asse verticale sia con l’asse orizzontale. Si possono impiegare sedie o cuscini.
Se un membro regolare del Cerchio è assente una sedia o cuscino è lasciato vuoto per rappresentarlo. Altri posti possono essere lasciati vuoti in rappresentanza di forze o riferimenti che si intendono considerare durante il Convivio, per esempio, lo Spirito del Luogo. Inoltre il Facilitatore informa riguardo i motivi di eventuali assenze di partecipanti regolari.
La postura da adottare durante il Convivio è quella classica della meditazione, seduti a terra o impiegando una sedia. Se il Convivio è breve, come il Convivio Base, sarebbe ideale trovare una posizione comoda e mantenerla per la durata dell’incontro. Questo perché il Convivio è inteso come pratica spirituale a tutti gli effetti, per cui occorre essere presenti nello spirito, nel corpo e nella mente. Quando la durata del Convivio non è breve è possibile cambiare posizione e fare alcune pause per stirarsi, sciogliere i muscoli, fare una serie di respiri profondi, ecc.
È necessario che tutti i partecipanti siano a conoscenza dell’intenzione del Convivio, ossia che oltre a conoscere le norme particolari e generali, siano informati sul motivo dell’incontro, su chi sarà presente e su eventuali contributi che sono chiamati a offrire durante il lavoro. Il Facilitatore ha il compito di invitare i partecipanti, comunicando l’intenzione dell’incontro, che poi avrà cura di ripetere all’inizio dell’incontro.
Il Centro del Cerchio rappresenta il Sacro Cono, l’asse verticale, la Luce, il Divino e ad esso è fatto regolare riferimento, tramite un’interazione costante. Al centro del cerchio è posta una candela e/o qualcosa di significativo, una rappresentazione tangibile del Sacro Cono, che idealmente è sempre la stessa, e può essere affiancata talvolta da ulteriori oggetti che esemplificano l’intenzione particolare di ogni incontro.
Simulacro della Parola: può essere un cristallo, un sonaglio, una pietra, un libro sacro, una conchiglia, un bastone, un calice, una sfera o un altro strumento connesso alla tradizione del gruppo o del luogo in cui si tiene il Convivio. Il Simulacro rappresenta l’intenzione del Cerchio e costituisce un aspetto del Centro. I partecipanti possono parlare soltanto quando tengono questo oggetto tra le mani, e questo significa, tra le altre cose, che non si può interrompere una persona mentre sta parlando ma che dobbiamo ascoltarla fino alla fine. Il Simulacro può essere fatto girare nel Cerchio in senso orario o posto al Centro del Cerchio e preso da chi vuole intervenire. Se il Simulacro viene fatto girare nel Cerchio e qualcuno, quando è il suo turno, non ha nulla da dire, passa il pezzo parlante al suo vicino. L’uso del Simulacro è facoltativo ed è preferibile nei cerchi di più lunga durata.
Invocazione: costituisce l’inizio ufficiale del Convivio, il momento in cui è formalmente aperto con un invito diretto alla Luce ad essere consapevolmente presente. Dal momento dell’invocazione iniziale fino all’invocazione di chiusura, il Convivio è uno spazio sacro ufficiale, al cui interno sono in vigore i suoi accordi e linee guida. L’invocazione ha luogo con l’Implementazione e Conflagrazione del Sacro Cono, cui sono aggiunti i riferimenti binari del giorno, e opzionalmente preghiere, o altre parole ispirate, che includono un diretto ed esplicito riferimento al riconoscimento della presenza del Sacro Cono. Dopo l’invocazione è possibile leggere un breve brano da un testo sacro, inserire una musica sacra, fare un canto, danza, o fornire informazioni base sulle caratteristiche astrologiche e spirituali del giorno.
Ruoli del Convivio
Rettore: è l’autorità monocratica provvisoria e vicaria sita al vertice del Cerchio del Sacro Cono con la responsabilità di preservarne il lignaggio, di sovrintendere ogni sua attività, di dirigere la formazione curiale e di addestrare, iniziare e accreditare i membri del Cerchio.
Mentore: è un membro del Cerchio che ha ricevuto un’iniziazione specifica (Pahai Achara) e conseguito le qualifiche per adempiere il ruolo di consulente con competenze di custodia e insegnamento della tradizione astrosciamanica. Il suo compito consiste nell’operare al servizio dei praticanti al fine di fornire assistenza, supporto e informazioni in accordo con la Formazione e le pratiche astrosciamanica. La qualifica di Mentore richiede il completamento dei i tre stadi del Primo Livello (base, intermedio, avanzato), la certificazione 0, 1 e 2 e l’ammissione al secondo livello, oltre che il completamento del Magistero.
Tutore: ha la responsabilità di gestire il protocollo del Convivio, assicurandone l’integrità e il rispetto degli accordi. Ha il compito di fare le invocazioni iniziali e finali e definire i temi dell’incontro. Ha la facoltà di intervenire o interrompere chi parla nel caso vi siano inadempienze degli accordi. L’identità del tutore è stabilita con rotazione periodica ed è chiarificata al termine di ogni incontro per l’incontro successivo. Per poter operare come Tutore occorre aver completato la formazione astrosciamanica del primo livello base, aver conseguito la certificazione 0, ed aver iniziato la formazione del primo livello intermedio da almeno otto mesi, con l’impegno di portarla a termine nei tempi dovuti, e frequentare il Magistero da almeno tre mesi.
Tutore Supplente: opera come il Tutore, avendo ricevuto speciale autorizzazione dal Rettore, esclusivamente a tempo determinato. Per poter operare come Supplente occorre aver completato la formazione astrosciamanica del primo livello base, aver conseguito la certificazione 0, ed aver iniziato la formazione del primo livello intermedio da un mese, con l’impegno di portarla a termine nei tempi dovuti, e frequentare il Magistero da almeno un mese.
Sacrista: ha il compito di allestire il Cerchio prima del suo inizio, predisponendo i posti a sedere, il Centro, la candela e tutti gli oggetti richiesti per l’occasione. Riceve inoltre i partecipanti nel luogo dell’incontro ed ha la responsabilità di tutto quello che accade prima e dopo l’incontro. A conclusione del Cerchio il Preparatore provvede a liberare lo spazio e a riporre il Centro e altri oggetti nei loro luoghi di conservazione.
Tenutario del Tempo: ha la responsabilità di mantenere il rispetto dei tempi concordati per ogni intervento, segnalando a chi parla quando è il momento di avviarsi a concludere (secondo i tipi di cerchio da mezzo minuto a due minuti prima) e il punto limite in cui non è più possibile parlare. È nominato all’inizio di ogni Cerchio.
Guardiano: ha il compito di vigilanza del Cerchio, riguardo sia il rispetto degli accordi sia l’integrità spirituale e della parola. Il suo ruolo può essere svolto dal Tutore quando il numero dei partecipanti è limitato. Il Guardiano opera come figura di supporto del Tutore.
Scriba: ha la responsabilità di riportare in forma scritta il contenuto degli incontri, in particolare dei Cerchi decisionali, quanto viene proposto e deciso, e anche eventuali messaggi e visioni. Ha il compito anche di registrare gli incontri, redarre eventuali minute, ecc.
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