Il sogno è un fenomeno che comporta la percezione d’immagini, suoni e sensazioni che il sognatore riconosce reali, mentre dorme, quanto quelle delle sue esperienze di veglia. Tuttavia, al risveglio, quanto è stato sognato viene immediatamente considerato irreale e messo da parte o totalmente dimenticato. Il processo opposto accade quando sogniamo. In quei momenti cessiamo di ritenere reale la vita ordinaria e consideriamo vera quella dei sogni. In questo caso, volendo essere davvero obiettivi, rispetto alla veglia e il sogno è difficile stabilire con certezza quale dei due sia reale o irreale. Certo, l’identità, le circostanze e i protagonisti dei sogni sono assai illogici, assurdi, incoerenti e incasinati, a differenza di quelli dello stato di veglia, sebbene dal 2020 non pare che tra i due ci sia poi così tanta discrepanza.
Per la scienza della realtà consensuale l’area del cervello in cui hanno origine i sogni è del tutto sconosciuta, così come non si sa se i sogni abbiano origine in una singola area o in più parti del cervello, né si conosce la funzione dei sogni per il corpo e la mente. Insomma, sui sogni non si sa proprio nulla.
Il fatto che gli scienziati della realtà consensuale non sappiano nulla sull’origine e funzione dei sogni potrebbe essere dovuto al fatto che la realtà ordinaria, di cui abbiamo esperienza nella veglia, sia essa stessa un sogno. Per rincarare la dose, la realtà ordinaria potrebbe essere in vero un’allucinazione dispotica indotta da un condizionamento forzato operante sulla coscienza umana da qualche millennio. Da questa prospettiva la realtà ordinaria sarebbe assai meno reale di qualsiasi sogno che possiamo avere durante il sonno, così come di qualsiasi fantasia da svegli.
La realtà ordinaria sarebbe quindi una fantasia arbitraria detentrice del monopolio assoluto sulla coscienza umana. Ciò consentirebbe a tale realtà di definire irreale o folle qualunque altro tipo di esperienza umana. Ne deriva quindi che quanto scritto sopra finora sarebbe secondo la realtà ordinaria pura irrealtà e follia.
Su ciò, al fine di evitare grane, ne conveniamo.