Nascosi la mia ferita sotto i vestiti, per cui nessuno poteva vederla e pure io ne persi il ricordo.
Poi incontrai qualcuno, che straripante d’amore mi strinse forte in quel punto.
Provai un dolore atroce, e allora odiai, oh quanto odiai chi mi toccò, la causa di ogni mio male.
Poi incontrai qualcuno splendidamente vestito e quanto lo amai, stringendolo forte con grande passione.
E questi soffrì e mi odiò, oh quanto mi odiò, la causa di ogni suo male.
Così continuò la storia fin quando incontrai qualcuno che si spogliò, mostrandosi completamente nudo, con tutte le sue orribili ferite.
Allora mi spogliai anch’io e vidi le mie orribile ferite, e le vide pure lui.
E poi…
Il primo passo della guarigione olistica e spirituale è il più paradossale, perché in termini ordinari non guarisce proprio niente, anzi tutto ciò che c’è di orribile e doloroso emerge alla luce del sole.
Il primo passo della guarigione è l’accettazione di come siamo nella nostra nudità oltre le vesti e le maschere che abbiamo usato per nasconderci. Tanto è forte l’identificazione con queste maschere, che le spacciamo per noi stessi, e diventiamo ignari del corpo che le sottende, fin tanto che accade qualcosa per cui la maschera si rompe.
Il primo passo nella guarigione è togliersi la maschera e dare spazio a quello che abbiamo occultato, così com’è, accettandolo, senza intervenire per cambiarlo, confidando che l’esposizione della ferita di per sé porterà alla guarigione.
La ferita non è qualcosa di sbagliato, è un processo naturale dell’esistenza. Non è un segno che abbiamo fatto qualcosa di male, che siamo deboli. Così come il nostro corpo si ferisce e si ammala, e a un certo punto muore, anche a livello emotivo e mentale succede la stessa cosa.
La causa del male e del dolore umano deriva esclusivamente dal credere che le ferite, la malattia e la morte siano dovuti ad una colpa, dal non accettare che sono processi naturali.
Non esistono in questo mondo persone prive di ferite, e immuni alla malattia e alla morte. Coloro che pretendono di esserne al di sopra, che sostengono di poter guarire le ferite altrui, avendo conseguito uno stato di assenza di ferite, sono le maschere più spesse, quelle che nascondono le ferite più grosse.
Allora il primo passo è accettare le nostre ferite, non come qualcosa che non dovrebbe esserci, paragonandoci a maschere che ci mostrano l’assenza di ferite, ma come il primo passo verso la guarigione.
È un passo coraggioso e per trovare sostegno l’ideale è stabilire contatti con altri individui che stanno compiendo lo stesso passo, che sono pronti a togliersi la maschera…
E in effetti, compiuto questo passo, tutti gli altri vengono da soli…
Franco Santoro
Immagine: La ferita di Mark Ryden