Dall’antichità ci sono giunte una serie di statue, incisioni, pitture rupestri ed altri oggetti che, ben lungi dall’essere semplici espressioni creative delle culture di quei tempi, costituiscono veri e propri insegnamenti per la pratica di specifiche tecniche di connessione con altre dimensioni. Queste figure ritraggono persone in particolari posizioni fisiche le cui caratteristiche consentono di accedere alle realtà non ordinarie. La testimonianza di tali posizioni è distribuita in ogni continente, e trova riscontro in tutte le tradizioni più antiche del globo in epoche in cui erano impensabili possibilità di contatto convenzionale. L’antropologa Felicitas D. Goodman ha svolto ampie ricerche sull’argomento. A partire dal 1977 ha studiato circa cinquanta posizioni la cui pratica può consentire di ricevere visioni significative e un’esperienza diretta dei più antichi miti dell’umanità.[1] La caratteristica di queste e altre posture è che ciascuna rappresenta una sorta di portale in grado di sbloccare la percezione di altre dimensioni.
Questo tipo di contatto, insieme al nomadismo, alla caccia o alla raccolta spontanea di alimenti dalla terra, pare fosse l’aspetto caratteristico delle genti che popolavano la Terra fino a quarantamila anni fa. Alcuni antropologi e ricercatori contemporanei, tramite il rapporto diretto con popoli che hanno mantenuto intatte le loro abitudini millenarie, sono riusciti a documentare informazioni della vita in quei tempi.[2]
La vita di questi popoli, chiamati cacciatori raccoglitori “è caratterizzata dall’equilibrio e dall’armonia con il mondo naturale – non solo con gli animali, ma con tutte le forme viventi, incluso il vento e il tuono, le rocce e gli insetti. Gli uomini non sono considerati come aventi dominio sulla Terra o su alcuno dei suoi abitanti, e quindi i popoli cacciatori-raccoglitori non sono tesi nel tentativo di controllare il loro ambiente, ma al contrario vivono in relazione armonica con le stagioni, gli elementi, e tutti gli esseri viventi. Quest’attitudine è così efficace e adattabile che la raccolta spontanea di cibo e la caccia sono continuate ad esistere come unico modo di vita per migliaia di anni.”[3]
Tuttavia, per una serie di motivi, questo modo di essere finì col venir meno con il prevalere di società dedite alla coltivazione e all’allevamento. Gli uomini e le donne iniziarono a concentrarsi all’interno di territori delimitati, a vivere stabilmente senza alcun nomadismo, poiché era necessario rimanere vicino agli orti e controllare i cicli della natura. Le relazioni sociali e le culture iniziarono a cambiare e, nel corso di questo processo, le società dedite all’orticoltura persero quel senso profondo di unità con la natura che aveva caratterizzato i loro antenati. Nelle loro pratiche spirituali, tuttavia, questi popoli continuarono a mantenere saldo il rapporto con le realtà non ordinarie e le esperienze tipiche delle società precedenti. Attraverso la metamorfosi messa in atto dagli stati di trance “era possibile attenuare i confini tra gli uomini, gli animali, e le piante, e ritornare, seppur per poco, ad uno stato di unità gli uni con gli altri.
L’impiego delle posizioni rituali del corpo si sviluppò nell’ambito delle società orticolturali. Furono questi i popoli che perfezionarono le posture del corpo come rituali in grado di determinare la trance religiosa. La Dr. Goodman ha scoperto che essi ci hanno tramandato un sistema ben definito che insegna come entrare nella Realtà Alternativa, il mondo spirituale, in cui possiamo ritornare ad uno stato di armonia con gli animali a quattro zampe, con quelli che volano, quelli che nuotano, le piante, gli alberi, e le rocce.”[4]
Per impiegare le posture si tratta di seguire alcune istruzioni precise come quando s’impiega il programma di un computer: secondo il tasto premuto si ottengono risultati diversi. Questo significa che è importante assumere la giusta posizione e di essere a conoscenza dei differenti risultati che ciascun postura può produrre. La caratteristica principale comune a queste posture è che si tratta di autentiche cerimonie rituali, che in questo caso si esprimono per mezzo di posizioni fisiche statiche. Il rituale è qui inteso a stabilire una connessione con altre dimensioni e ad andare oltre la percezione ordinaria.
Per praticare le posizioni di trance sciamanica è necessario impiegare la stimolazione ritmica del sonaglio o del tamburo. Le precauzioni e i suggerimenti usati per i viaggi sciamanici si applicano ugualmente alle posture. Prima di assumere la posizione vera e propria, la Goodman consiglia di effettuare cinquanta respirazioni complete, inspirando ed espirando regolarmente. Ciò consente di prepararsi e di rilasciare eventuali elementi di distrazione. Al termine ci si mette nella posizione specifica, con gli occhi chiusi, e si comincia ad ascoltare il suono del tamburo o del sonaglio. Da quel momento in poi si tratta di mantenere la posizione e di aprirsi all’esperienza che ne deriva. Se si perde concentrazione o s’inizia a vagare con la mente, basta riportare l’attenzione al ritmo del suono e al mantenimento della posizione.
“La trance non è sempre la stessa. Puoi sentire un mutamento nella temperatura corporea, ritrovarti a ondeggiare o dondolare, o percepire l’energia che scorre attraverso parti del tuo corpo. Puoi vedere modelli di colore od essere testimone di visioni complesse simili ad un film. A volte puoi sentire suoni o voci; se ti trovi ad interagire con un animale od un altro spirito, puoi rivolgere domande e ricevere risposte. In alcuni casi, certe persone riferiscono di avere annusato aromi specifici.”[5]
La pratica dura generalmente quindici minuti e al termine puoi impiegare le procedure di chiusura applicate nei viaggi sciamanici. Dopo essere ritornati allo stato ordinario di coscienza, è consigliabile prendere subito appunti o realizzare un disegno riguardo ai punti salienti dell’esperienza.
© Franco Santoro, 1997
[1] Vedi: Felicitas D. Goodman, Where the Spirits Ride the Wind: Trance Journeys and Other Ecstatic Experiences, Indiana University Press, 1990. Belinda Gore, Ecstatic Body Postures: An Alternate Reality Workbook, Bear & Company, 1995. Franco Santoro, “Le posture estatiche di trance sciamanica” in Alpha Dimensione Vita, Anno III – N. 18.
[2] Per esempio: Richard Katz, Boiling Energy: Community Healing Among the Kalahari Kung, Harvard University Press, 1982; Marlo Morgan, La chiamavano due cuori.
[3] Gore, op. cit., pp. 14-15.
[4] Gore, op. cit., pp. 17-18.
[5] Gore, op. cit.., p. 35.