L’8 settembre la Chiesa cattolica e ortodossa celebrano la Natività della Beata Vergine Maria. Questa nascita è coerentemente celebrata nel segno della Vergine e nove mesi dopo la festa della sua Immacolata Concezione (8 dicembre).
Si tratta di una festa che esotericamente celebra la nascita, o la caduta, dell’energia femminile.
In parallelo, questa è pure la data in cui alcuni gnostici commemorano la Discesa di Sofia, il principio divino femminile o la Dea della Saggezza. La discesa di Sofia e la sua conseguente alienazione, paura e sofferenza delineano la condizione dell’anima umana e forniscono un’ulteriore opzione narrativa comune alle cosmologie esoteriche e sciamaniche.
Sophia, la traduzione greca del termine ebraico Chokmah, che significa Saggezza, era un personaggio biblico reale con molti riferimenti nelle scritture cristiane. Non figura in modo rilevante nella Bibbia ordinaria perché è tradotto di solito con il termine Saggezza. Il suo genere era femminile in greco ed ebraico, fino a quando non fu assimilata al concetto maschile di Logos, e al latino Spiritus Sanctus (Spirito Santo).
Esistono molte versioni del mito della Discesa o Caduta di Sofia, che è pure elemento base nella cosmologia delle principali religioni ufficiali.
La differenza principale tra queste ultime tradizioni e il mito di Sofia è che:
la Caduta, lungi dall’essersi verificata dopo la creazione, è in vero la sua causa.
Nei testi gnostici Sofia è descritta come la più giovane delle emanazioni divine, o Eoni, dimoranti nel regno dell’unità (pleroma). Non potendo accedere direttamente alla luce primaria di Dio, la confonde con il riflesso ingannevole di questa luce proveniente dall’Abisso. Sofia viaggia a lungo nelle profondità fino a quando è bloccata dal potere del Limite (Horos). Allora alla sua natura divina se ne aggiunge un’altra, di natura inferiore. Il suo sé autentico s’illumina e ascende di nuovo nel regno dell’unità, mentre quello inferiore rimane alienato.
Sofia, come gli esseri umani, incorpora due aspetti: il primo (Sofia superiore) è parte del regno dell’unità e pienamente cosciente della connessione con Dio e il Tutto, il secondo (Sofia inferiore) dimora nella circonferenza e s’identifica con un corpo separato dal centro (l’ego).
La Sofia inferiore (Achamoth) esprime energie che generano un regno di separazione, manifestando un essere che diventa il creatore del cosmo materiale e psichico. Questo essere, chiamato Demiurgo, ha perso la coscienza del Padre, e crede di essere egli stesso il Dio assoluto. Di conseguenza, inizia a produrre il proprio regno (kenoma), che è una manifestazione imperfetta del pleroma.
Questo cosmo artefatto comprende sette sfere, ciascuna delle quali è pure un pianeta e un angelo, presiedute da sette governatori (arcioni), con la Sofia inferiore o Achamoth intrappolate nell’ottava sfera. Come risposta alla sua agonia, il Padre crea una nuova coppia per la sua redenzione: Cristo e lo Spirito Santo. Questo mito identifica Gesù come il Salvatore della Sofia inferiore, sua sorella-amante.
Nella letteratura cristiana la Vergine Maria e Maria Maddalena sono spesso associate con la Sofia superiore e inferiore rispettivamente. Cristo porta Achamoth nel Pleroma, mentre lo Spirito Santo rimane per recuperare le parti frammentate ancora intrappolate nel mondo materiale.
“Non possiamo fare ritorno a quella casa perfetta fino a quando non troviamo e riportiamo quelle scintille di luce, le nostre anime umane, che sono ancora imprigionate nel mondo. Dobbiamo recuperare quella perla della coscienza che Sofia ha seminato in noi all’inizio, poiché solo attraverso la coscienza umana può aver luogo la redenzione di tutta la creazione. Noi, figli di Sofia, siamo i mediatori tra il cielo e la terra. I poteri privi di corpo sono realmente incapaci di operare in questo mondo senza le nostre mani, e noi siamo impossibilitati ad apportare la luce-potere di redenzione che può risvegliare le scintille dormienti senza la loro divina assistenza. Perfino mentre l’anima umana domanda ha urgente bisogno di redenzione, così l’anima del mondo necessita la liberazione, una liberazione che può solo accadere quando tutte le anime sono state risvegliate e affrancate.”[1]
Passo dopo passo il processo di recupero continua, mentre “Sofia ascende verso la luce della Pienezza, attraversando le dodici regioni oltrepassate nel corso del suo cammino verso il caos. Per operare a questo fine, ella mormora dodici pentimenti, o affermazioni poetiche, che le permettono di innalzarsi attraverso i dodici portali, come sono spesso chiamati. Ella si rivolge ai dodici poteri mediante elaborate suppliche indirizzate all’ultima Divinità, qui sempre chiamata Luce.”[2]
Dopo aver chiamato ripetutamente la Luce, i poteri oscuri infine si dileguano ed ella entra di nuovo nel regno della Luce infinita.
Quanto sopra è in sintesi uno dei modi in cui può essere descritta la cosmologia ispiratrice del lavoro astrosciamanico o l’Epica del Sacro Cono.
Buona Discesa!
© Franco Santoro
Immagine: Hagia Sophia, Istanbul.
[1] Bette Stockbauer, “Gnostic Christianity and the Myth of Sophia”.
[2] Stephan A. Hoeller, Gnosticism: New Light on the Ancient Tradition of Inner Knowing, p. 43.