Spesso i momenti della vita in cui crediamo di non avere tempo, perché siamo troppo occupati e presi da quello che ci accade all’esterno sono quelli più adatti per ricercare e trovare i tesori del nostro mondo interiore. Tuttavia questo è il caso solo se siamo disposti a prenderci del tempo per fare delle pause e arrestare gli automatismi delle nostre attività, per riflettere sui nostri effettivi obiettivi e capire chi siamo veramente.
Se non abbiamo tempo per fare questo, possiamo rimandare a un’altra occasione, tra qualche mese, un anno, dieci anni, quando ci saremo sistemati economicamente o quando i figli saranno grandi, quando anche i loro nipoti lo saranno, o semplicemente quando moriremo, così che forse avremo una prossima vita per capire chi siamo e cosa vogliamo.
La giustificazione di non avere tempo è la più mendace che possiamo usare quando si riferisce a comprendere chi siamo, quali sono i nostri obiettivi e realizzarli. Significa in altre parole che stiamo usando il tempo al fine di non capire chi siamo, rinunciando a individuare i nostri obiettivi e a realizzarli.
“Non avere tempo” diventa il mantra che ripetiamo incessantemente, uno stato di trance finalizzato ad alimentare energie parassitarie che ci bloccano in una realtà autistica riuscendo a farci credere che non esiste via di uscita. Questa giustificazione impedisce di aprirci a nuovi orizzonti e di imparare qualcosa di nuovo, tenendoci arroccati in una visione ristretta del mondo che domina la nostra intera esistenza. Il paradosso è che chi ripete questo mantra passa spesso tante ore al giorno davanti alla televisione, al computer, sui social network o a fare chiacchiere al bar o al cellulare. Stranamente le persone che sostengono di non avere tempo sono quelle che maggiormente si lamentano delle loro condizioni di vita. Esse non si rendono conto che è proprio questa loro giustificazione che contribuisce prima di tutto a preservare queste condizioni. Credere di non avere tempo è un modo per legittimare la nostra ignoranza, la decisione di non volere sapere per paura di scoprire che ci sono altre possibilità, che esistono altri mondi oltre a quello in cui ci siamo convinti di essere.
In questa realtà abbiamo due opzioni: impiegare il tempo per capire chi siamo, cosa vogliamo veramente e agire di conseguenza, oppure fare l’opposto.
Se stai leggendo queste righe con molta probabilità hai fatto la prima scelta. Ma attenzione, in queste righe non ti verrà mai spiegato chi sei e cosa vuoi. Questi scritti sono solo pubblicità mirata, mera propaganda di chi sei e cosa vuoi, che appare nel mondo di chi non vuole sapere chi è e cosa vuole.
Non importa quanto seguiti a leggere o guardare qui o altrove, l’esperienza di chi sei e cosa vuoi non la troverai mai a meno che non scegli di andare oltre la propaganda e tutto quello che ti viene detto riguardo chi sei o meno.
Questi scritti rappresentano e sostengono il lato di te che vuole capire chi è e cosa vuole, e si rivolgono al lato di te che non vuole capirlo.
Il lato di te che non vuole capire si è impadronito del tempo.
Per potere capire chi sei e cosa vuoi, è necessario che il lato di te che non vuole capire decida di offrire il suo tempo, cessando di usarlo per non capire o per guardare solo la pubblicità.
© Franco Santoro
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