Uno dei lati ombra delle spiritualità alternative emergenti in questi tempi è il culto mistico, e consumistico, dell’ego eclissato da una facciata prosperosa di idee non-dualiste e trascendenti.
Il trucco più astuto dell’ego, impiegato per ingannare gli altri e pure se stesso, consiste nell’ostentare la negazione della sua esistenza.
Molti ricercatori sono ossessionati dall’idea di disfarsi dell’ego, proprio e altrui, onde raggiungere uno stato di unità con il tutto, o di annullamento e vuoto mistico. Tuttavia questa brama non-dualistica è spesso un sintomo evidente dell’ego predatorio che divora tutto ciò che incontra. L’ombra del non-dualismo è la negazione del dualismo stesso, un obiettivo ingannevole poiché il dualismo e l’ego sono enfatizzati attraverso la loro negazione.
Nella realtà umana non esistono scorciatoie verso l’unità, sebbene possiamo averne vivide esperienze altrove. Piuttosto che negare il dualismo, la separazione e l’ego, possiamo accettarli umanamente qui come parte del lungo cammino che conduce verso l’unità e Dio.
Nelle nostre relazioni si tratta di riconoscere e onorare noi stessi e gli altri come esseri da comprendere e con cui dialogare, puttosto che fagocitarci e asservirci a costruzioni arbitrarie, emotive e mentali, mistiche e romantiche. Non possiamo vivere relazioni autentiche a meno che non siamo in grado di individuare e accettare le parti che si stanno relazionando. Quando riusciamo a fare ciò con noi stessi e gli altri, possiamo farlo anche con Dio. Allora avremo l’esperienza diretta che Dio è Uno e Tutto è Uno. Ma sarà un’esperienza intima e profonda, che non necessita di essere ostentata, perché semplice e umile, e in quanto tale di per se immane e grandiosa.