Questo il testo integrale della mia domanda di obiezione di coscienza presentata il 7 maggio 1980, e successivamente accolta.
Al Ministero della Difesa, Roma
Io sottoscritto Franco Santoro, nato a Bologna, il 16 settembre 1958, residente in Bologna, via Oslavia 5, iscritto nelle liste di leva del comune di Bologna, in possesso di titolo di studio: diploma di maturità tecnica per il turismo, professione: studente universitario, distretto militare di Bologna, chiedo di essere ammesso a prestare il servizio sostitutivo civile a norma di legge n. 772 del 15/12/1972.
Dichiaro:
di non essere titolare di licenza e autorizzazioni relative alle armi indicate negli artt. 28 e 30 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza e di non essere stato condannato per detenzione e porto abusivo di armi.
di essere contrario, in linea di principio e per imprescindibili motivi di coscienza, all’uso personale delle armi in ogni circostanza.
Dichiaro non solo di essere contrario all’uso personale delle armi, ma ancor più a qualsiasi uso della violenza istituzionale e non, in qualunque conflitto civile e internazionale e con qualunque occasione e pretesto.
Le motivazioni di tale dichiarazione derivano da convincimenti religiosi e morali che mi impongono quale dovere supremo la ricerca e la realizzazione della verità, che io identifico con Dio, non in quanto essere trascendentale bensì inteso come entità immanente che tutto pervade. Realizzare Dio, secondo tali convincimenti, significa vederlo in tutto ciò che vive e pulsa nell’universo e ciò è possibile soltanto abbandonando la forza fisica e sviluppando quella coscienza dell’unità di tutti gli esseri viventi che coscienza dell’onnipresenza di Dio e che genera rispetto anche per la vita di colui che viene considerato il proprio “nemico” nonché per il più apparentemente insignificante essere vivente umano e non.
L’uso della violenza e l’addestramento all’esercizio di essa, sia per motivi di difesa che di attacco, oltre ad essere in contrasto con la concezione brevemente accennata, è contrario anche i miei convincimenti politici non-violenti, per cui la violenza e non solo moralmente sbagliata, ma anche inefficace per la soluzione stabile di qualsiasi conflitto.
Sono tuttavia consapevole che ogni attività implica una certa misura di violenza: lo stesso cibo con il quale mi alimento nonché i privilegi economici e sociali di cui godo derivano in buona parte dallo sfruttamento e dalla violenza in posta a milioni di esseri umani, periodicamente massacrati, non dalle guerre ma dallo sterminio per fame, causa ed effetto dello sviluppo delle società industriali. Quindi poiché la violenza, sia pure intesa in senso lato, non può essere completamente eliminata, è mio desiderio sincero limitare questa violenza quanto più possibile, scegliendo così quelle occupazioni e quelle attività che implicano il minor grado di violenza possibile. Chiedo dunque, sulla base di imprescindibili motivi di coscienza in conformità con la legge, di svolgere un servizio alternativo a quello militare, dichiarandomi obiettore di coscienza e professando il carattere pienamente religioso e politico della mia obiezione di coscienza.
Dichiaro di optare per il servizio sostitutivo civile. Dichiaro inoltre che il mio servizio civile non potrà essere utilizzato a fini di lucro, né sostitutivo del lavoro disponibile secondo gli elenchi degli uffici regionali e provinciali del Lavoro e della Massima Occupazione, né sostitutivo del lavoro di chi stia esercitando il diritto di sciopero, né collegato ad attività di preparazione bellica.
Bologna, 7 maggio 1980.