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Tante tante parole, per molti versi inutili.
Le parole sono solo strategie, non comunicano nulla di veramente significativo, a parte l’invito ad avere un’esperienza diretta. Se non hai un’esperienza diretta di ciò di cui scrivo o parlo, quello di cui scrivo o parlo diventa inutile, anzi dannoso.
Le parole appartengono a linguaggi dualistici, creati per separarci da chi siamo veramente e alimentare un’identità falsa. Talvolta alcune parole esternate con questa intenzione possono aggirare i condizionamenti culturali e risvegliare provvisoriamente chi siamo veramente. Ma poi il sistema linguistico e sociale che controlla la nostra mente dissipa tutto, instaurando nuovamente il suo dominio, a meno che non sei determinato a restare sveglio, a recuperare la tua vera natura e ad avere di essa una costante esperienza diretta.
Per avere un’esperienza diretta occorre abbandonare il mondo delle frasi e interpretazioni già fatte, dei ricettari psicologici e spirituali, di ciò che dicono e scrivono gli altri, non importa quanto saggi e illuminati, per aprirtii a una ricerca pura e priva di pregiudizi. Vuol dire ascoltare e scoprire chi sei veramente, quello che provi dentro anche se è in contrasto con i modelli dominanti, anche se è alieno a tutte le attività e gli impegni che regolano la tua vita.
Se vuoi liberarti, deprogrammarti dall’automatismo sociale, uscire dal letargo generale e svegliarti, scoprendo chi sei davvero, occorre che dai spazio e tempo prioritario alla ricerca del tuo vero sé, compiendo atti concreti ed esclusivi.
Capire chi sei, comprendere il tuo scopo nella vita, non è un attività da svolgere quando c’è tempo, durante le poche vacanze o giorni festivi in cui non devi occuparti di figli e parenti.
Per favore, evita di giustificare la tua impossibilità a trovare tempo per capire chi sei con il fatto che sei pieno di impegni (figli, lavoro, parenti, relazioni, soldi, casa, ecc.), perchè questo è il modo migliore per prenderti in giro.
Gli impegni che ti impediscono di scoprire chi sei veramente sono semplicemente il tuo NO, la tua rinuncia a chi sei veramente. Questi impegni sono la tua accettazione volontaria della condizione di vittima. Sei tu che hai permesso a questi impegni di dominarti. Gli impegni sono anestetici, sostanze tossiche intese a rimuovere la tua chiamata interiore, il riconoscimento di chi sei veramente. Finché ti anestetizzi con gli impegni, non capirai mai chi sei. Ma non solo, diventerai sempre più dipendente dagli impegni.
I tuoi impegni sono la sostanza tossica più letale. Se non trovi la forza, il coraggio, la determinazione di dire NO a questa sostanza, essa dominerà per sempre tutta la tua vita e anche quella degli altri.
Se non sai chi sei, che cosa ci stai a fare qui, ogni impegno che hai non è stato effettivamente preso da te. È stato preso da una parte aliena, estranea a te. Verso questa parte non hai alcuna responsabilità, perché non sei tu. Quindi hai tutto il diritto di dire NO, di cessare ogni impegno che hai preso credendo erroneamente di essere quel che non sei. Forse questo lo pensi da un po’ di tempo, ma hai paura delle conseguenze, di quello che potrebbe succedere, delle persone che se la prenderanno male se tu smetti di essere quel che non sei. Ma tutte queste persone sono nella tua stessa situazione. Hanno paura delle conseguenze, o peggio ancora la paura è così parte della loro vita che non la sentono nemmeno più, non sono in grado di concepire alcuna altra alternativa.
Quando ti fai dominare dagli impegni e dalla paura sei sia un tossico-dipendente sia uno spacciatore.
Allora, come vedi, ancora una volta ho scritto tante parole.
Quanto ho scritto è solo una strategia, ed è per questo che io non dibatto tramite le parole, e trovo inutile rispondere a domande e commenti.
Le parole sono un invito ad avere un’esperienza diretta di chi sei veramente.
A questo scopo offro una serie di opportunità, attraverso vari programmi, formali e informali. Se da tempo senti la chiamata, ma gli impegni te lo impediscono, credo che ci siamo capiti.
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