Il solo unico problema dell’umanità pare essere il suo isolamento multidimensionale. Se l’umanità si avvedesse esperienzialmente di esistere in una realtà separata e simulata, avrebbe dei motivi giustificati per sospendere sistematicamente ogni contributo a tale arbitrarietà, facilitandone la relativa estinzione e rottamazione. Di conseguenza l’umanità non avrebbe alcun motivo per continuare a esistere. Si raggiungerebbe lo scopo luminoso della simulazione e, similmente a una candid camera, la rivelazione e l’accesso alla realtà in cui la simulazione è stata architettata.
Lo scopo oscuro della simulazione è ritardare il più possibile questa evenienza seguitandosi a mascherare come realtà e attribuendo a se stessa motivazioni di natura sacra e divina o, alternativamente, creando sempre più simulazioni all’interno della simulazione stessa, sia in parallelo che verticalmente. In questo momento storico l’umanità sta forse passando attraverso questo processo inteso a generare una transumanità, ossia un nuovo piano di simulazione.
L’aspetto più ingannevole di questa evenienza è dato dal mendace conflitto che si sta scatenando esponenzialmente sul pianeta tra i sostenitori della nuova simulazione e quelli della vecchia. A differenza dei tradizionalisti, che sono arroccati per lo più nell’identificare la simulazione come unica realtà possibile o in casi più rari a ritenerla una realtà transitoria indispensabile ai fini di un passaggio in realtà più evolute, i promotori della nuova simulazione talvolta appaiono più onesti perché almeno non occultano la natura simulata del loro intento.
Al di là di questa bipolarità, esiste una terza posizione, che è sempre ovviamente parte della simulazione, ma che non la combatte e nemmeno l’appoggia, seppure talvolta dia l’impressione di fare una cosa o l’altra…
Il problema in primo luogo è che gli esseri umani si estinguono quasi sempre prima di raggiungere lo stadio avanzato di simulazione…
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