L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose. (Italo Calvino)
Ciò che determina il corso della nostra vita è il risultato di scelte che facciamo o abbiamo fatto.
Vi sono scelte di cui siamo consapevoli, perché le ricordiamo molto bene o perché sono fresche, recenti, attuali, e ve ne sono altre, di cui non siamo coscienti, delle quali abbiamo perso la memoria.
In effetti, le scelte più decisive, quelle che contano maggiormente, e sulle quali si basano tutte le altre scelte possibili, sono quelle che non siamo più in grado di ricordare.
Il mondo che vediamo, la percezione di oggetti, forme e corpi separati, inclusa la nostra identità, è la conseguenza di una scelta che abbiamo fatto.
Vediamo questo mondo così come ci appare perché abbiamo scelto di vederlo proprio così.
Vedi ciò che credi ci sia, e credi che ci sia perché vuoi che ci sia. La percezione non ha altra legge che questa. (UCIM, Testo, p. 556)
Tutte le scelte che facciamo in questo mondo non sono affatto scelte, bensì contraffazioni, surrogati di scelte di cui abbiamo perso memoria. Sono tali scelte originarie che ci fanno percepire questo mondo. Quindi ogni volta che facciamo una scelta in questa realtà, non importa di quale natura, sia pro sia contro qualcosa, stiamo sempre confermando la stessa scelta originaria, che è quella di vedere questo mondo così come lo vediamo.
La nostra percezione del mondo, ossia la realtà che vedono i nostri occhi, fatta di forme e corpi separati, è il prodotto di uno stato di trance, di un’intossicazione che determina la frammentazione del Tutto in parti illusoriamente autonome e dissociate tra loro. Ciò che vediamo è il risultato della scelta di entrare in questo stato di trance, di intossicarci.
Quando ci muoviamo in questo mondo convinti di esercitare delle scelte, di fare questo e non quello, stiamo in realtà operando all’interno di un sistema chiuso, la conseguenza di un’allucinazione, che in quanto tale non consente alcuna scelta effettiva.
Il motivo per cui non c’è possibilità di scelta è dovuto alla scelta originaria di avere un corpo separato, di essere un individuo. Fino a quando ci identifichiamo con il nostro corpo o la nostra personalità non importa quante scelte faremo, non cambierà mai nulla, seguiteremo a scegliere la stessa cosa: quella appunto di essere in una realtà separata. Se questa realtà è un’allucinazione, una finzione, una menzogna, qualunque cosa o scelta faremo in questa realtà sarà allucinata, finta e bugiarda. In primo luogo la finzione è in tutto ciò che vediamo, è decisamente a priori.
La menzogna non è nel discorso, è nelle cose. (Italo Calvino)
Non possiamo cercare la verità all’interno di una menzogna. Fino a quando diamo per scontato che la nostra percezione è reale non saremo in grado di percepire diversamente.
Per uscire da questo circolo vizioso si tratta di affidarsi a qualcosa che esiste al di fuori di esso e che allo stesso tempo è presente, o può essere identificato, all’interno della finzione stessa. Questa è l’unica scelta effettiva.
A questo qualcosa in astrosciamanesimo diamo il nome di Spirito Guida, o Identità Multidimensionale Centrale.
© Franco Santoro