Così come l’autunno arriva regolarmente nel ciclo annuale, di tanto in tanto nella nostra vita giunge la stagione del rilascio e degli addii.
Ad un certo punto in questo mondo succede che perdiamo qualcosa di molto prezioso, talvolta anche tutto, o quasi tutto.
Il paradosso è che in un altro mondo, proprio in quel momento, accade l’esatto contrario.
Quando qualcosa muore in questo mondo è destinata a nascere altrove.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
La perdita di qualcosa di prezioso in questo mondo, si trasforma nella grandiosa opportunità di scoprire un altro mondo, che è semplicemente l’emisfero opposto di questo stesso mondo.
Laddove nell’emisfero settentrionale della terra inizia l’autunno, in quello meridionale principia la primavera.
Non occorre andare tanto lontano, in altre dimensioni, la morte e la rinascita hanno luogo simultaneamente proprio qui, l’una è l’ombra dell’altra.
Ogni occasione di dolore, di abbandono, di separazione è un portale immediato verso la gioia, l’incontro e l’unione.
Il problema è che se ci fissiamo unicamente su un emisfero, se consideriamo reale solo quello, allora, per provare nuovamente la gioia, l’incontro e l’unione ci sarà un lungo ritardo, caratterizzato dal dolore, l’abbandono, la separazione.
La parte di noi che ama la gioia, l’incontro e l’unione ci lascerà in quell’intervallo, andrà da un’altra parte, come gli uccelli che in questa stagione migrano verso altri lidi, per poi ritornare quando farà bel tempo.
Vi sono uccelli che rimangono, affrontando l’autunno e l’inverno, altri che se ne vanno insieme alla primavera e l’estate.
Puoi essere un uccello con dimora fissa o un uccello migratore.
Questa è una tua scelta.
Quel che conta è che non perdi le ali.
© Franco Santoro