Un viaggio astrosciamanico implica il rapporto con dimensioni oltre la sfera del tempo lineare, e può fornire insegnamenti e ispirazioni molto più avanti del tempo della sua effettuazione. Quando prendiamo nota delle esperienze che facciamo nella pratica sciamanica, permettiamo a informazioni preziose di essere disponibili nel tempo. Abbiamo tutti avuto esperienze di grande potere nel corso della vita, con spiriti guida e forze di luce. Il problema è che queste esperienze sono dimenticate facilmente perché in contrasto con la nostra identità separata.
A seguire riporto alcune sintesi dei miei rapporti di viaggio di circa venti anni fa. Lo faccio, non perché pretendo che siano significative per chi li legge, ma per invitarvi a fare lo stesso, ossia a dare valore alle vostre esperienze, a trascriverle, a riconoscerle.
Quando ero molto giovane leggevo di tutto, alla ricerca disperata di indizi luminosi, poi mi sono accorto che ricercavo all’esterno le informazioni che avevo dentro, che abbiamo dentro.
Questo viaggio fa parte della serie di incontri con lo spirito totem dello Scorpione, Harassadoah Sadoh. Il linguaggio è duro e spietato, come si addice alla natura di questa forza, ma tuttavia sottende una dolcezza indicibile, la presenza di una luce capace di brillare anche nel massimo apice dell’oscurità.
3) Mi appare una figura dall’aspetto terrificante, che così si esprime:
“Voi siete giunti nella dimensione fisica come luce emanante, come propagazione dell’essere e qui siete rimasti intrappolati, perdendo il contatto con la vostra fonte, con il vostro punto di irradiazione. Avete creato le basi illusorie di un esistere separato. Io venendo a voi vi ricordo con estremo dolore e senza alcun’ombra di equivoco o possibilità di scampo, la realtà di ciò che voi avete negato. Pongo fine all’allucinazione. Io, con il passo lento e freddo della morte, cancello spietatamente ogni traccia del vostro disegno e vi riconduco all’emanazione originaria. La mia forza non ha alcuna possibilità attenuante. Arriva implacabile e non conosce giustificazioni di sorta. Io colpisco e pongo fine. Chi possiede un contatto con me o chi mi ha cercato, soccombe continuando a sussistere. Chi mi ha sempre negato, dinanzi a me incontra per sempre la sua fine. Dinanzi a me trovi la morte, la fine e la certezza di concludere tutto. Puoi reggere l’impatto con la mia forza unicamente se cogli ciò che è al di là, ciò che sottende l’apparente manifestazione dell’essere. Puoi connetterti con me solo se vai oltre e porti in superficie il materiale che è sepolto nelle viscere della Terra. Io possiedo il segreto più oscuro e dimoro nelle interiora e nell’oscurità generate delle vostre allucinazioni. Il buio è frutto della vostra negazione.
Dinanzi a me il buio diventa luce e ciò che è sempre stato nascosto viene esibito. Quest’operazione può provocare sofferenze apparentemente immani. A coloro che sono disposti a portare luce nei meandri più oscuri dell’esistenza, io mi rivelo e concedo la mia benedizione.”
Dopo aver udito queste parole, evidenzio la mia disponibilità ad operare in armonia con tale Guida. Le domando di rivelarmi il suo nome e di concedermi la sua alleanza. Non ricevo alcuna risposta. Poi correggo le mie parole ed affermo:
“Ti rendo disponibile ad un’alleanza”.
La risposta arriva prontamente:
“La tua volontà a rendermi disponibile all’alleanza crea l’alleanza stessa. Ricevi la mia visione e il mio nome”.
La Guida si esibisce in una danza. Apre le braccia e poi porta le mani al cuore, eseguendo una serie di movimenti. […] Il suo occhio è intenso e osserva con spietatezza. Tutti i movimenti emanano dall’intensità dello sguardo e dal collegamento di genitali/ano con il cuore. Terra e Cielo espressi nell’intensità fiera e incandescente dello sguardo.
“Il mio nome è tale che dinanzi ad esso nulla più v’è da temere. Evoca le tenebre più spesse e profonde, genera la trasformazione. Esso è Harassadoah”.
(Estratti da Franco Santoro, Astroshamanism: The Voyage through the Zodiac)
© Franco Santoro