Credo che la cosa peggiore che possa capitare, per la propria salute fisica, psicologica e spirituale, è continuare a vivere in un luogo dove si è sottoposti a gravi abusi, conflitti e violenze. Ciò innesca nella vittima la tendenza ad accettare o sopportare i maltrattamenti nella speranza che essi possano cessare. Si crea quindi un circolo vizioso incessante caratterizzato dall’alternanza tra momenti di massima tensione, in cui si subiscono violenze, ad altri di apparente calma in cui il perpetuatore della violenza, compiaciuto per il suo dominio, si prende una breve pausa, per poi ricominciare poco dopo con ulteriori e ancor più gravi atti di violenza.
A questo riguardo, se il perpetuatore della violenza è più forte di te a dismisura e detiene pieni poteri nel luogo in cui vivi, a un certo punto diventa altrettanto nefasto sia sopportare tacitamente la violenza che lamentarsi apertamente a essa.
Quando a lungo e invano hai provato con tutti i mezzi possibili sia a sopportare una situazione orribile sia a ribellarti e opporti strenuamente a essa, nella speranza che le cose potessero cambiare, giunge il momento in cui devi prendere una decisione ineluttabile.
Restare nel circolo vizioso o uscirne.
Sia che si tratti di una violenza domestica, da parte di un coniuge o genitore, o di una violenza statale, da parte di un regime politico, puoi seguitare a sopportare, protestare o lottare in qualunque modo, sperando che le cose cambino, così come decidere di andartene.
Chi ti opprime, se ha pieni poteri legali a casa sua, non importa quanto siano ingiuste le leggi che gli danno tali poteri, ha tutto il diritto di esercitarle. Chi detiene il potere trae vantaggi sia dalla tua sudditanza che dalla tua ribellione finché resti nel suo circolo vizioso, fin tanto che resti a casa sua.
Ha senso passare l’intera vita a sopportare o lottare contro chi ha pieni poteri in un certo luogo?
Può averlo forse quando c’è la possibilità di strappargli il potere di mano. E a questo scopo può essere molto utile provarci. Ma quando la sopportazione o la lotta diventano croniche, credo che sia assai più utile prendere su e andarsene altrove. Del resto, se alla maggioranza delle persone che vivono in quella casa o paese le cose vanno bene così, ritieni veramente giusto seguitare a rompergli le scatole?
Sicuramente in questo mondo (o in altri mondi) ci sono molte case e paesi in cui non devi sopportare o fronteggiare abusi e violenze, o dove ce ne sono molte di meno. Considerando alcuni degli abusi più in voga in questo momento è ovvio notare come essi si applichino nella loro massima violenza solo a pochi paesi.
Arriva il momento in cui l’atto più ribelle e utile che puoi compiere è andartene via da chi ti fa del male, e non ritornarci mai più. Ricorda bene, il tuo oppressore trae vantaggi sia dal tuo amore che dal tuo odio, sia dalla tua simpatia che dalla tua avversione. Ma ciò che proprio lo manda in bestia, e che a un certo punto non gli permetterà più di esistere, è la tua radicale indifferenza. Questa si esprime allorché prendi su e te ne vai via, oppure resti dove sei ma sei capace d’ignorare l’oppressore totalmente (e se ci riesci, complimenti!).