I Tarocchi sono un mazzo di carte che comprende un gruppo aggiuntivo di 22 carte (Arcani Maggiori), ed una figura supplementare per ogni seme oltre al numero delle carte da gioco ordinarie. Gli Arcani Maggiori sono forze archetipali che esistono nella coscienza di tutti gli esseri umani, sebbene tendano ad essere proiettate su personaggi importanti, autorità e anche persone ordinarie che incontriamo nella nostra vita personale. Essi rappresentano la matrice originale dalla quale derivano tutte le nostre percezioni umane.
Ogni personaggio negli Arcani Maggiori rappresenta uno specifico aspetto della nostra Identità Multidimensionale Centrale, come appare dalla limitata prospettiva della nostra realtà separata. Nell’astrosciamanesimo sono chiamati Spiriti Totem, o Paheka, e fungono da tenutari delle parti frammentate dell’anima che il ricercatore recupera durante il suo viaggio di guarigione. Il lavoro astrosciamanico perciò implica stabilire una connessione con ogni Spirito Totem e, tramite l’assistenza dello Spirito Guida, riconoscere, recuperare e integrare le loro qualità. I Tarocchi offrono una versione di questo sentiero di guarigione verso il recupero e l’unificazione. Il loro proposito è innanzi tutto isolare le parti frammentate in modo da poterle vedere nella loro forma essenziale, e in secondo luogo, assisterci nella restaurazione di questi frammenti e guidarci a poco a poco fino a ricondurli alla loro unità originale.
Unicamente attraverso l’esperienza diretta è possibile comprendere la natura di queste carte. Le informazioni qui fornite sono semplicemente un assaggio e l’invito è di procurarsi il pasto completo. Se desideri ricevere ulteriori dettagli sugli Spiriti Totem e su come contattarli, puoi fare riferimento a Astroshamanism Book One e Book Two.
Sin da quando ero bambino i tarocchi mi hanno sempre riempito di gran meraviglia. Nella mia cerchia bolognese di parenti, il cibo e le carte costituivano la maggiore fonte di divertimento e celebrazione.
Le riunioni familiari solitamente avvenivano il sabato sera o la domenica pomeriggio nella casa di mia nonna a San Venanzio in provincia di Bologna.
Prima c’era il mistero esteriore di un abbondante e lungo pasto a base di tortellini, lasagne e carni fumanti. Questo era qualcosa cui ero ammesso e che comprendevo pienamente., ovvero si trattava di mangiare.
Poi il tavolo da pranzo era sgomberato, come sottile anticipazione di un imminente mistero interiore, di cui proprio capivo ben poco: le carte da gioco. Questa pratica non era permessa ai bambini, sebbene potessero guardare, a condizione che stessero buoni e in silenzio.
Il rituale era ufficialmente annunciato da nonna Jole o da un altro anziano della famiglia che gridava Bestia! (più precisamente, Bistia!) pronunciata con la “s” sibilante tipica del dialetto bolognese.
Il tavolo era coperto con una tovaglia verde, dove i partecipanti vi sedevano intorno in solenne eccitazione, costruendo delle minuscole cittadelle formate da pile di monete. Poi erano distribuite le carte in tre giri.
Dopo un momento di fervente silenzio, alcuni giocatori picchiavano le nocche sul tavolo tre volte. Questo gesto sembrava comunicare il diritto a un privilegio, dato che coloro che non avevano “bussato” sembravano piuttosto contrariati.
Ma alla fine d’ogni partita, un’insoddisfazione ben più consistente era visibile in coloro che dovevano rinunciare a parti della loro cittadella e darla al giocatore che aveva gridato Bestia, il quale d’altra parte era felice di poter incrementare le dimensioni della sua cittadella.
Gridare “Bestia” era ovviamente associato con il potere. Poiché non riuscivo a vedere nessuna bestia nella stanza, supponevo che solo gli adulti potessero scorgerla. Nelle mie riflessioni da bambino sul gioco congetturavo che un partecipante fosse autorizzato a dire “Bestia” soltanto quando era toccato da questo misterioso animale, o forse era il contrario, se uno era toccato dalla bestia il primo che lo vedeva poteva dire “Bestia” e prendersi parte della sua cittadella.
Beh, francamente non lo so. Come ho spiegato, ero solo un bambino e non avevo ricevuto l’iniziazione delle carte. Tutto questo avveniva nel territorio di Bologna, che storicamente è considerato uno dei luoghi di nascita dei Tarocchi (in provincia di Bologna, a Riola di Vergato, accanto a una chiesa presso Montovolo esiste tra l’altro un Museo dei Tarocchi).
Questo gioco chiamato Bestia, era complesso e vietato ai bambini, che potevano però fare altri giochi, come Briscola e Scopa. È stato da mio nonno Francesco in Sicilia che ho ricevuto la prima iniziazione a quei giochi.
Le carte usate a San Venanzio (carte piacentine) e in Sicilia erano differenti. Le figure umane delle carte sicule avevano le gambe, mentre in quelle bolognesi c’era solo il busto. In effetti, c’erano due busti, uno sopra con la testa in alto e uno sotto con la testa in basso, e secondo come si giravano le carte una delle due figure doveva sostenere con il capo il peso dell’altra.
Sia le carte siciliane che quelle bolognesi avevano tuttavia lo stesso numero e semi (40 carte e quattro semi che andavano da 1 a 7 più tre figure).
Più tardi vidi pure mazzi con 52 carte e due jolly, finché un giorno, all’età di 12 anni scoprii un mazzo più enigmatico con 22 carte aggiuntive chiamate Arcani Maggiori.
Questa fu una delle scoperte più stupefacenti della mia infanzia. Non avevo mai visto quelle carte e nessuno in famiglia ne sapeva niente, o forse non volevano far vedere che lo sapevano. Quelle carte sembravano molto familiari, e dal quel momento il mio interesse per i Tarocchi crebbe.
Questo articolo è il primo di una serie dedicata agli Arcani Maggiori. Ne seguiranno altri che potete trovare nell’indice per argomenti sotto la voce “tarocchi”.
Per informazioni generali sui Tarocchi e gli Arcani Maggiori, si può fare riferimento al sito che considero decisamente come il più significativo, ossia Leggere i Tarocchi per crescere (clicca qui). Tra i testi consigliati segnalo Il tarocco intuitivo: una chiave di lettura tra psicologia e magia degli stimatissimi Swami Prem Bodhi & Swami Anand Rajendra e Meditazione sui Tarocchi di Anonimo.
In questa serie intendo trattare soltanto gli elementi mistici e astrosciamanici dei Tarocchi. A questo proposito userò a volte tre mazzi: Rider-Waite-Smith, I Tarocchi di Thoth e i Tarocchi dei Santi.
Tratto da Franco Santoro, Viaggio astrosciamanico nei Tarocchi (clicca qui per accedere all’opera)