Il nostro ego, l’attaccamento alla falsa idea che abbiamo di noi stessi, è il solo impedimento all’espressione della nostra vocazione e dei nostri veri talenti. Questo attaccamento genera paura riguardo come gli altri possono reagire. Tuttavia l’ostacolo non sono gli altri. L’ostacolo è la falsa idea che abbiamo di loro, inclusa quella di noi stessi. Lasciare andare questa idea ci consente di esprimere il nostro vero potenziale e chi siamo veramente, permettendo anche agli altri di fare lo stesso.
Esprimere il nostro talento significa svolgere ciò che amiamo. In questo modo il lavoro non è più sacrificio, dovere, compromesso e sforzo. Esso è puro amore, così come ogni cosa che facciamo e siamo. Tutto quello che serve nella vita, incluso i beni materiali, giunge come risposta a questo amore.
Non ci sono ostacoli ai propri talenti se scegliamo di svilupparli. Anche le avversità più immani possono essere impiegate per realizzare i nostri sogni più grandi. In qualunque momento della vita, incluso quelli più bui, non siamo mai soli e vi sono immense forze disposte a darci supporto, se solo siamo pronti a riceverlo.
Il primo passo decisivo per vivere la propria vocazione e manifestare pienamente i nostri talenti consiste nell’aprirsi alla chiamata interiore. Questo avviene quando scegliamo di prendere tutto il tempo necessario per ascoltarci intimamente, dedicando spazio prioritario al discernimento, alla ricerca interiore e all’emergenza della nostra visione.
In mancanza di questo requisito le nostre scelte vocazionali saranno influenzate dai condizionamenti, dalle mode e dalle idee altrui, facendoci sentire a breve o lungo termine manipolati e frustrati.
La chiave per riconoscere e comprendere la nostra vera vocazione nella vita è prestare attenzione a ciò che ci dona maggiore gioia e soddisfazione interiore, e riguardo cui riceviamo successivamente anche un riscontro positivo dall’ambiente, dal nostro mondo interiore e da Dio.
(12.12) 200215
Franco Santoro