(see English below)
“In verità dare e ricevere sono una cosa sola” (UCIM, L108)
L’Institutum Provisorium (istituto provvisorio), il nostro centro olistico di spiritualità multidimensionale, si trova da qualche mese in uno stato di provvisorietà senza precedenti. Sebbene ci fossimo preparati da tempo a una simile eventualità, ammetto che stiamo incontrando alcune difficoltà significative. Lo scrivo con un certo imbarazzo, perché abbiamo sempre trovato il modo di risolvere da soli i nostri problemi, continuando a offrire aiuto a chi ne aveva bisogno. Ora, realisticamente, non posso fare a meno di chiedere aiuto. Allo stesso tempo, più che mai, siamo pieni di fiducia ed entusiasmo per la nostra causa, e quindi nelle migliori condizioni per portarla avanti efficacemente e fornire aiuto. In questo mondo, molte organizzazioni che lavorano sul cammino spirituale incontrano da alcuni anni seri impedimenti. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che uno stato di emergenza e di malessere a livello ordinario è la cortina di fumo di uno stato di abbondanza e benessere ad altri livelli. Paradossalmente, più sperimentiamo difficoltà in questo mondo, più possiamo essere utili agli altri se continuiamo a rispondere alla nostra vera vocazione. Ciò implica anche essere trasparenti su tutti i problemi che incontriamo, senza lasciare che le loro molteplici forme ci ingannino. La complessità dei problemi che affrontiamo in questo mondo è un tentativo disperato di evitare di affrontare il nostro unico autentico problema, che è la separazione, qualunque forma assuma. Come dice Un corso in miracoli: “Un problema, una soluzione”. La soluzione è lasciare andare la separazione e recuperare la nostra unità originaria.
Da alcuni mesi questo istituto si trova in molteplici difficoltà. Una di queste riguarda la perdita della nostra sede operativa e la conseguente impossibilità di svolgere le nostre attività. Insieme ad altri danni collaterali economici e sociali, questo ci ha dato un duro colpo. Ciò è avvenuto nell’ambito di uno scenario già piuttosto critico, nel quale siamo riusciti a portare avanti il nostro lavoro, anche se a costo di notevoli sacrifici.
L’essenza del nostro lavoro si fonda sulla convinzione che ogni aspetto dell’esistenza sia interconnesso, per cui trasformandoci e aiutando gli altri a farlo, possiamo risvegliarci nella nostra vera natura. Ciò significa che le nostre azioni e pensieri quotidiani hanno effetti sulle vite di tutti. Nell’oscuro scenario mondiale degli ultimi anni, il processo di trasformazione appare talvolta piuttosto sconsolante. Il lato luminoso è che la nostra vera natura è resiliente, con la capacità di riprendersi, rialzarsi e ricominciare. Nessuno può colpire duro come fa la vita umana, tuttavia qui non è importante come colpisci, quel che conta è come sai resistere ai colpi, per cui se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Se in certi momenti non è possibile alzarsi da soli, si tratta di chiedere aiuto.
Credo che uno dei modi migliori per rialzarsi sia restare fedele ai propri valori. Nulla può trasformarsi in mancanza di un fermo impegno a promuovere la luce. Un passo confortante in Un corso in miracoli recita che un pieno impegno verso la luce è alla portata di tutti, mentre un impegno totale verso l’oscurità è impossibile. “Non è mai vissuto nessuno che non abbia fatto esperienza di un po’ di luce, per cui nessuno è in grado di negare totalmente la verità, anche se pensa di poterlo fare”. La verità indubbiamente trionferà. Nel frattempo occorre rafforzare la fermezza nella sua ricerca, senza indugi, perché ogni ulteriore ritardo è produrrà solo ulteriore sofferenza.
In gravi momenti, come questo, suona bene il proverbio “aiutati che Dio ti aiuta”, ossia trovare la capacità di aiutare se stessi, che comporta anche avere l’onestà e l’umiltà di chiedere aiuto agli altri quando non riusciamo ad aiutarci da soli. Ma prima di tutto ciò che conta per noi è essere utili e aiutare, perché questo è ciò che motiva la nostra esistenza. Quindi la prima domanda che ti rivolgiamo è “C’è qualcosa che possiamo fare per renderci utili nei tuoi o altrui riguardi?”, la seconda domanda è “Puoi aiutarci per consentire di continuare ad aiutare?”
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The Institutum Provisorium (Provisional Institute), our registered cultural association, has reached its historical peak of coherence, since for a few months we have found ourselves in the highest level of provisionality experienced so far. Although we had long prepared ourselves for such an eventuality, I admit that we are having some significant difficulties. I write this with some uneasiness, because we have always found a way to solve our problems on our own, while continuing to offer help to those who needed it. Now, realistically, I can’t help but ask for help. At the same time, more than ever, we are full of confidence and enthusiasm about our cause, and therefore in the best conditions to effectively carry it forward and provide help.
In this world, many organizations working on the spiritual path have been experiencing serious impediments for some years. At the same time, we are aware that a state of emergency and malaise at an ordinary level is the smokescreen of a state of abundance and well-being at other levels. Paradoxically, the more we experience difficulties in this world, the more we can be useful to others if we continue to respond to our true calling. This also involves being transparent about all the problems we encounter, without allowing their many forms to deceive us. The complexity of the problems we face in this world is a hopeless attempt to avoid facing our only authentic problem, which is separation, no matter what form it takes. As A Course in Miracles says: “One problem, one solution”. The solution is letting go of separation and retrieving our original unity
For some months, this institute has found itself in multiple difficulties. One of these concerns the loss of our operational headquarters and the consequent impossibility of carrying out our activities. Together with other economic and social collateral damage, this has given us a hard blow. This occurred in the context of an already rather critical scenario, in which we managed to carry on our work, albeit at the cost of considerable sacrifices.
The essence of our work is based on the belief that every aspect of existence is interconnected, so by transforming ourselves and helping others to do the same, we can fully awaken our true nature. This means that our daily actions, as well as our thoughts, affect the lives of everyone around us. In the dark global scenario of recent years, the ongoing transformation may appear rather disheartening. The luminous side is that our true nature is resilient. It can recover, get back up and start again. No one can hit as hard as human life does; therefore, it is not important how you hit, the important thing is to resist the blows. If you end up knocked down, you need to retrieve the strength to get back up. And when it is not possible to get up alone, asking for or providing help is the key.
We believe that one of the best ways to get back on your feet in this world is to stay true to one’s values. Nothing can truly transform unless we commit ourselves more and more firmly to promoting light, each time finding new strategies in this regard. A comforting passage in A Course in Miracles, reads that a full commitment to the light is within everyone’s reach, while a total commitment to the darkness is impossible. “No one has ever lived who has not experienced a little light, so no one is able to totally deny the truth, even if he thinks he can.” So, the truth will undoubtedly triumph, but in the meantime what counts is strengthening our search, because any further delay is only destined to produce further suffering.
We intend to be useful and generous in offering our contribution in this world, correcting ourselves every time we miss the mark, operating in the most luminous way both in this and other realities, and helping others to do the same. This means counting on synergistic and divine help that goes far beyond personal capabilities. As the proverb says, “Help Yourself, God Helps You!”, helping oneself requires the honesty and humility to ask others for help if we are unable to do so.
But first of all what matters to us is to be useful and help, because this is what motivates our existence. So the first question we ask you is “Is there anything we can do to make ourselves useful to you or others?”, the second question is “Can you help us to allow us to continue helping?”
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