Ti devi assumere la responsabilità dell’essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso. Devi imparare a far contare ogni tuo atto, dal momento che resterai in questo mondo solo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie. Se non rispondi a questa sfida, è come se tu fossi morto.
Carlos Castaneda: nato il 25 dicembre 1925, con Sole e Giove in Capricorno, congiunti al Medio Coeli, Luna e Ascendente in Toro, tutti tratti astrologici molto pragmatici, tipici degli operatori sciamanici che lasciano un’impronta visibile nella realtà fisica.
Questa capacità è provata dal successo superlativo delle sue opere (più di 8 milioni di copie di libri venduti e tradotti in 17 lingue), nonché dei suoi insegnamenti, che lo instaurano al primo posto assoluto come ricercatore sciamanico per quanto riguarda la popolarità.
Per Castaneda, uno degli obiettivi primari è il mantenimento della consapevolezza dopo la morte fisica, che richiede disciplina e un insieme di procedure costitutuenti la Via del Guerriero. Le pratiche che descrive nei suoi libri sono intese ad aumentare il potere individuale, evitare perdite di energia (impeccabiità) e ad avere padronanza della consapevolezza mediante l’uso operativo del punto di assemblaggio (assemblage point).
Secondo Castaneda gli esseri umani sono bozzoli raggianti di consapevolezza dimoranti in un universo pervaso da filamenti di luce. Questi bozzoli sono connessi da questi filamenti, che producono la percezione, ma allo stesso tempo la filtrano concentrandola solo su una configurazione minuscola. Il punto di assemblaggio è la lente di focalizzazione che produce la realtà umana separata. Spostando questo punto è possible percepire altre realtà, che sono tanto reali quanto la realtà umana.
Tipica di Carlos Castaneda è l’enfasi sul potere dell’Intento. Questo Intento non ha niente a che fare con la lotta per raggiungere obiettivi e desideri nella realtà fisica, nel modo in cui umanamente la percepiamo. Obiettivi, propositi, manifestazione, o auto-affermazione, come si applicano nella vita di tutti i giorni, sono semplicemente pallide ombre dell’Intento.
L’Intento non dimora nella nostra consapevolezza condizionata del mondo ed è completamente scollegato dalla nostra identificazione con il corpo, così come lo vediamo. L’Intento è un’onda di pura energia che fluisce attraverso gli spazi vuoti lasciati vacanti dalla nostra percezione sensoriale ordinaria. Si trova ben oltre il mondo che pretendiamo di conoscere. Esiste in un regno invisibile, completamente alieno alla nostra cognizione, che tuttavia è paradossalmente la matrice che produce ogni aspetto della nostra vita.
La rivelazione di quest’Intento richiede un enorme investimento di energia, un compito irraggiungibile finché continuiamo a usare l’energia per sostenere la nostra percezione condizionata della realtà.
Quando tutta la nostra energia è impiegata per supportare la nostra identità separata e il nostro senso di importanza, non c’è spazio per nient’altro.
Il nostro senso di importanza è considerato da Castaneda il nemico supremo dello sciamano e la nemesi del genere umano. Questo è evidente nell’interesse incessante per il modo in cui ci presentiamo al mondo, la preoccupazione di piacere agli altri, il desiderio di essere riconosciuti, che ci spinge anche ad investire grandi quantità di energia nel riconoscimento degli altri, così che loro possono poi riconoscere noi.
Don Juan, il maestro di Castaneda, sosteneva che se fossimo in grado di lasciar andare un po’ di quella preoccupazione verso il proprio riconoscimento, “due cose straordinarie potrebbero accaderci. Uno, potremmo liberare la nostra energia dal tentativo di mantenere l’idea illusoria della nostra grandezza, e, due, potremmo procurare a noi stessi energia sufficiente per entrare nella seconda attenzione e dare un’occhiata alla reale grandezza dell’universo.” (Carlos Castaneda, L’Arte di Sognare).
Questa grandezza dell’universo diventa disponibile quanto attingiamo al nostro vero Intento, allineandoci con un campo di energia che esiste nella matrice del nostro essere. Questa forza può essere identificata con molti nomi: Intento, Sé Superiore, Identità Multidimensionale Centrale, o qualunque termine ci faccia sentire bene.
Tuttavia qui questo termine non ha niente a che vedere con il modo intorpidito in cui la nostra realtà separata interpreta Dio e simili. Descrive una forza vibrante, vitale e totalmente liberatoria, completamente avulsa dalle divinità mummificate del culto consensuale.
Sviluppare la consapevolezza di questa forza come energia primaria dell’universo è la sola opportunità per qualsiasi vera evoluzione umana.
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Citazioni da opere di Carlos Castaneda:
Un uomo di conoscenza vive agendo, non pensando di agire, e neppure pensando a quello che penserà quando avrà finito di agire.
Soffermarsi troppo sull’io causa una terribile stanchezza. Un uomo in questa condizione è sordo e cieco a tutto il resto: è la stanchezza stessa a far sì che non veda più le meraviglie che lo circondano.
Arrabbiarsi con gli altri significa dare importanza alle loro azioni ed è imperativo porre fine a questo modo di sentire. Le azioni degli uomini non possono essere così importanti da mettere in secondo piano la sola scelta possibile: il nostro inevitabile incontro con l’infinito.
Ci sono milioni di strade. Un guerriero, di conseguenza, deve sempre tenere presente che una strada è soltanto una strada; se sente di non doverla seguire, per nulla al mondo dovrà indugiarvi. La decisione di proseguire su di essa o di abbandonarla dev’essere presa indipendentemente dalla paura dall’ambizione. Un guerriero deve considerare ogni strada con attenzione e determinazione e c’è una domanda che non può fare a meno di porsi: questa strada ha un cuore?
La cosa più difficile al mondo e assumere lo stato d’animo di un guerriero. Non serve a nulla essere tristi, lagnarsi e sentire di essere giustificati nel farlo, credere che qualcuno ci faccia sempre qualcosa. Nessuno fa nulla a nessuno, tantomeno a un guerriero.
L’autocommiserazione non si addice al potere. Lo stato d’animo di un guerriero richiede il controllo su se stesso e al tempo medesimo richiede l’abbandono di se stesso.
Puoi spronare te stesso oltre i tuoi limiti se sei nello stato d’animo adatto. Un guerriero costruisce il proprio stato d’animo. È conveniente agire sempre in tale stato d’animo. Ti libera da tutto e ti lascia purificato.
Un guerriero calcola tutto. Questo è controllo. Ma una volta terminati i sui calcoli, agisce. Questo è abbandono. Un guerriero non è una foglia in balia del vento. Nessuno lo può spingere; nessuno può fargli fare nulla contro la sua volontà o contro il suo giudizio. Il guerriero è programmato per sopravvivere, e sopravvive nel migliore dei modi possibili.
Ti devi assumere la responsabilità dell’essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso. Devi imparare a far contare ogni tuo atto, dal momento che resterai in questo mondo solo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie. Se non rispondi a questa sfida, è come se tu fossi morto.
Un essere immortale ha tutto il tempo necessario per dubbi, sorprese e paure. Un guerriero, d’altro canto, non può… perché sa con certezza che la totalità di sé stesso ha solo poco tempo su questa terra.
(a cura di Franco Santoro)