Quel luogo di interazione, detto vuoto intermedio, che raggiungiamo con l’ascolto, l’attesa, la condivisione. Il vero incontro è … quello animato dal soffio, che ci porta al di là di noi stessi, nel luogo dove l’altro può raggiungerci.
L’infinito ricercato è esattamente un infinito. Lo spazio vuoto lasciato al termine di un rotolo di pittura serve a indicare proprio questo. Questo vuoto animato dal soffio reca in sè un’attesa, un ascolto pronto per accogliere un nuovo avvento annunciatore di una nuova intesa. Per ottenerla l’artista è costantemente pronto a sopportare dolore e tristezza, privazioni e smarrimenti, fino a farsi consumare dal fuoco del suo stesso atto. lasciandosi risucchiare dallo spazio dell’ opera. Egli sa che la bellezza più che un dato è il dono supremo da parte di ciò che è stato offerto. e che per l’ uomo, più che un’acquisizione, sarà sempre una sfida e una scommessa.
(François Cheng, nato il 30 agosto 1929, Sole in Vergine, Luna in Cancro, scrittore francese di origine cinese)