Un modo a mio vedere autentico ed efficace per aprire davvero il cuore verso gli altri consiste in quanto segue:
Ogni volta che incontri, o pensi a, qualcuno, immagina un punto interrogativo al centro del cuore, che diventa sempre più grande e vibrante. Con questo punto interrogativo riconosci il mistero di chi incontri, ti domandi chi sia davvero, anche se lo conosci da una vita, non dai nulla per scontato, lasci andare tutti i giudizi, le idee fisse, le interpretazioni. Il cuore verace è un punto interrogativo, interessato a capire chi sono gli altri, i loro veri bisogni, cosa li rende felici o provoca loro dolore. Non trae mai conclusioni assolute e definitive, per cui a ogni incontro seguita a essere presente. Lo stesso punto interrogativo si applica nel rapporto con Dio, cosciente quindi di non sapere nulla su Dio, sulla sua effettiva natura libera da dogmi, catechismi e teologie assolute. Questo punto interrogativo, inoltre, prima di tutto, si applica a te. Ogni giorno domandati: “chi sono?”, “qual è il mio scopo?”, “ecc?”. Il punto interrogativo è la prova pratica della tua apertura di cuore, del tuo desiderio di conoscere gli altri, Dio, te stesso. Usa più punti interrogativi, piuttosto che punti esclamativi. Il punto esclamativo enfatizza risposte, giudizi, impressioni, stati d’animo perentori, espressi sovente con prepotenza e ad alta voce, intimidendo e precludendo ogni possibilità di domandarsi ancora qualcosa. Allorché, tuttavia, il punto interrogativo si accoppia al punto esclamativo, ecco che allora si può formare una combinazione eccezionale per questo mondo. Chi sei?! Chi è Dio?! Chi sono?! Questo è chiamato punto esclarrogativo, o interrobang, in inglese (‽)