Premetto che questo articolo costituisce solo un limitato punto di vista, che si può integralmente contestare e con cui l’autore stesso potrebbe essere in disaccordo.
Ciò che di positivo a livello multidimensionale potrebbe sussistere nei recenti sviluppi politici mondiali è la definizione di due fronti (occidentale ed eurasiatico) che si confrontano non per motivi economici o politici bensì per ragioni filosofiche e spirituali. In tempi passati lo stesso confronto aveva già avuto luogo più o meno sugli stessi fronti sebbene con ragioni radicalmente opposte. Da un lato i paesi occidentali, portatori dei valori cristiani e democratici, dall’altro quelli eurasiatici, prevalentemente atei, comunisti e materialisti. Tuttavia questa era una chiave di lettura assai riduttiva, poiché i paesi eurasiatici nella loro sostanza non erano né sono mai stati materialisti, così come l’occidente nel suo insieme è stato ben poco cristiano e democratico, sebbene abbia costantemente evidenziato questa collocazione. Poiché il “materialismo” euroasiatico era in primo luogo collettivo e alieno alla separazione, anche se considerava la religione come “l’oppio del popolo” aveva di fatto un’espressione assai spirituale. La condivisione dei beni, l’eliminazione della proprietà privata e dell’economia capitalista costituiscono di fatto uno dei cardini del messaggio delle principali religioni. Con questo non intendo certamente lodare i regimi comunisti, ma semplicemente evidenziare come il loro materialismo avesse valori spirituali che erano invece pressoché inesistenti nel materialismo occidentale fondato sull’individualismo sfrenato, la competizione e l’accumulo di risorse da parte di una piccola minoranza a scapito dell’intera popolazione.
L’area euroasiatica comprende le religioni e filosofie dell’oriente europeo, del medio-oriente e dell’Asia (cristianesimo ortodosso, islamismo, induismo, buddismo, ecc.), ma anche delle culture indigene originarie presenti in ovunque in altre parti del globo (Africa, Americhe, Australia, ecc.). Questa area è caratterizzata da un’enfasi sul mondo interiore e le realtà invisibili, dall’interesse per la collettività e il tutto piuttosto che per il singolo individuo separato. L’occidente include il cristianesimo cattolico e protestante, il modernismo, il globalismo e il materialismo. Qui l’enfasi è storicamente stata sempre sul mondo esterno, il potere politico ed economico, la separazione, la negazione di realtà alternative e l’uso di filosofie e religioni per questo scopo. Il mondo euroasiatico ricerca il potere sul piano interiore e multidimensionale, privilegiando il collettivo piuttosto che l’individuale, usando la politica e l’economia per garantire materialmente quanto necessario per uno scopo spirituale, ovviamente incomprensibile per l’occidente. Tuttavia la sopraccitata natura di questi due fronti è tale solo in superficie, laddove sul piano multidimensionale essi hanno un’operatività inaccessibile alla coscienza ordinaria umana, a meno che non si possegga una matura conoscenza delle realtà sciamaniche e alternative.
Faccio solo notare che lo sciamanesimo e la consapevolezza di realtà alternative si è sempre integrata con tutte le culture dell’area euroasiatica. Mentre esse hanno seguitato a mantenere un vivo interesse per l’esistenza oltre il mondo fisico, nell’occidente ciò è stato radicalmente epurato dalla coscienza collettiva sin da quando il cristianesimo diventò la religione di stato dell’impero romano.
L’area eurasiatica lotta per il mantenimento di valori di cui l’occidente non è più consapevole da tempo e che di conseguenza possono solo essere fraintesi.
Russi, cinesi, arabi, indiani, giapponesi e asiatici in genere, pur nelle loro diversità, hanno una consapevolezza radicalmente distinta da quella occidentale. Quello che l’occidentale medio riesce a comprendere degli eurasiatici sono solo i pregiudizi derivati dalla sua cultura. Poiché la cultura occidentale è fondamentalmente invasiva e predatoria essa è presente in tutto il globo, per cui anche gli eurasiatici non ne sono immuni. Per questo motivo si è scatenata questa lotta. La piaga dell’occidente rischia di diffondersi in tutto il globo.
Tuttavia, comunque finisca questa lotta sul piano della realtà visibile, una cosa è certa, l’occidente ha già da tempo perso la guerra sull’unico piano che conta e che esiste davvero. La lotta che si sta inscenando in questi tempi è la teatralizzazione di un fenomeno che serve a discriminare tra realtà e irrealtà. Non si tratta tanto di schierarsi da una parte o dall’altra, ma di aprire gli occhi, svegliarsi e capire in quale realtà esistiamo davvero.
Questo è un tema assai controverso, la cui comprensione risiede solo su un piano inaccessibile al linguaggio ordinario, per cui su tale piano mi fermo qui, e arrivederci altrove, se Dio vuole.