Il più grande maleficio esercitato regolarmente dalla razza umana, conseguenza di un automatismo generalizzato e ahimè promosso da ogni cultura, consiste nell’identificare gli esseri viventi con corpi fisici separati. Questo è in definitiva, il malocchio, ossia il potere dello sguardo di produrre effetti nefasti su qualcuno. Identificare un essere vivente con un corpo fisico implica generare un maleficio inteso a intrappolare l’essenza vitale, anima, spirito, ecc. in un pezzo di carne vincolato alla linearità del tempo, soggetto al dominio sia di organi interni che di circostanze esterne, destinato alla sofferenza e alla morte, separato dal Tutto e da Dio. Il problema è che l’intera razza umana si fonda sull’esercizio di questo maleficio. Se un essere umano ordinario si rendesse conto degli effetti spirituali e multidimensionali che questa identificazione provoca sia per lui che per ogni essere vivente di cui ne fa oggetto, il livello di orrore sarebbe talmente traumatico da fargli dimenticare completamente di essersene reso conto. Quindi il maleficio continua con ancor più vigore con l’aggravante della beffa e dell’inganno di credere di promuovere il bene e la vita. Per l’essere umano che eccezionalmente si avvede di tale situazione, senza dimenticarsene, impazzire o essere rottamato dagli esercenti di questi malefici, l’unico obiettivo è preservare l’integrità della sua vita effettiva svincolando se stesso e gli altri dall’esclusiva identificazione con corpi fisici, stabilendo una ferma relazione con la Fonte che ci unisce gli uni agli altri a Dio, massima garanzia che questo mondo infame d’inganni e morte è solo una folle e disperata illusione.
Poiché quanto articolato sopra è radicalmente incompatibile con la realtà consensuale umana, mi preme sottolineare che questo scritto è pura finzione, privo di alcuna validità scientifica o di riscontri oggettivi, per cui “ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale”.