Il rosario (lat. rosārium ‘rosaio’) è una preghiera devozionale e contemplativa di natura tipica della Chiesa cattolica che comporta la ripetizione di diverse preghiere, tra cui primeggia l’Ave Maria. Il riferimento alle rose è dato dall’usanza medioevale di porre una corona di rose sulle statue di Maria, come simbolo della bellezza delle preghiere, da cui derivò l’idea di usare una collana di grani per guidare la meditazione.
Il vantaggio di una preghiera convenzionale è che non hai bisogno di ricercare le parole. Basta che usi parole già stabilite per poi portare attenzione sull’energia della tua espressione. Non ti esprimi mentalmente, non compi uno sforzo intellettuale, usi dei suoni, delle parole prestabilite, che ti permettono di accedere al silenzio.
Un aspetto potente del rosario è il tocco. A ogni perlina è legata una preghiera. Tocchi la perlina mentre reciti ciascuna preghiera.
Il rosario è presente in tutte le tradizioni spirituali ed è antichissimo. Nelle religioni indiane si chiama mālā, nel mondo islamico è il tasbih (تسبيح), nel buddismo giapponese è il
juzu, ecc. Ci sono anche i rosari planetari.
Il rosario cattolico è strutturato in due parti: verticale e orizzontale. La parte verticale consiste in una croce e cinque perline, corrispondenti rispettivamente al segno della Croce, la preghiera del Credo, il Padre Nostro, tre Ave Maria e un Gloria al Padre. Questo è l’asse verticale.
Poi c’è l’asse orizzontale, con le cinque decadi, in tutto cinquanta perline. Ogni sequenza è legata a un Mistero. Vi sono tre misteri, ognuno per ciascuno dei tre stadi. Il Rosario completo è di 150 Ave Marie, quindi si fanno tre giri completi, ma in genere tradizionalmente se ne fa solamente uno in corrispondenza col mistero che c’è nel giorno. Ci sono tre misteri che sono recitati, il primo è il mistero della Gloria, della gioia in rapporto alla natività, e questo è il mistero legato all’Intento.
Il secondo mistero è quello del rilascio, dell’agonia, del dolore, della crocifissione.
Il terzo mistero è quello legato alla redenzione, la resurrezione, la Pentecoste e l’assunzione della Vergine Maria.
Papa Giovanni Paolo II nel 2002 ne ha inserito un altro, e ora sono quattro. Inserendo un quarto mistero, ecco che abbiamo anche il quattro e l’asse orizzontale.
Nel rosario abbiamo la rappresentazione dei tre stadi e tre misteri. E il rapporto con questi misteri, per questo si chiamano misteri, è esperienziale, non è legato alla parola. L’accesso ai misteri è disponibile solo a coloro che sono pronti ad entrare nella pratica stessa, che poi è inenarrabile, perché è un mistero, e non si può divulgare a parole.
Il rapporto con questi strumenti è inconscio, dentro di noi. Il quarto mistero è quello della luce. Esso tratta il livello orizzontale, ciò che il Cristo ha fatto effettivamente nella sua vita. Gli altri tre misteri sono solamente verticali: nascita, morte e risurrezione. E il quarto narra ciò che Cristo ha fatto in questa realtà: l’istituzione dell’Eucarestia, i miracoli, ecc. Il quarto mistero è in rapporto effettivamente con la guarigione in questa realtà. Si recita in genere il giovedì.
Questo è solo un esempio per mostrare i paralleli tra la tradizione cristiana e la cosmologia astrosciamanica.
Ogni decade del rosario, inoltre, è composta in realtà da dodici preghiere, che sono un Padre Nostro, dieci Ave Marie e un Gloria al Padre. C’è anche una tredicesima preghiera, che non è ufficiale, ma è tuttavia assai impiegata, la preghiera di Fatima.
Quindi abbiamo il dodici per ogni decade, dodici preghiere più la tredicesima, che non è rappresentata nel rosario stesso, ma che è impiegata ugualmente.