Secondo l’astrosciamanesimo gli Spiriti Totem, o Paheka (così come sono denominati nell’Epica del Sacro Cono), costituiscono gli archetipi di base e i modelli di derivazione originari d’ogni esperienza e percezione umana. Ciascuno di essi è un aspetto specifico del Divino, così come appare nella limitazione di prospettiva umana, e ritrae un’emanazione specifica del Tutto con la funzione di renderlo comprensibile alla nostra consapevolezza fondata sulla separazione. Gli Spiriti Totem tengono insieme la nostra consistenza mentale, sia individuale che collettiva, sia inconscia che conscia.
Gli Spiriti Totem corrispondono astrologicamente ai pianeti o alle costellazioni e mitologicamente alle divinità o eroi delle civilizzazioni che si sono avvicendate sul pianeta. Ai primi abitatori della Terra, questi archetipi di base apparivano nella loro foggia incorrotta e primigenia. Con l’avanzare del tempo e l’accrescimento del processo di separazione, queste divinità assunsero forme prestabilite e configurazioni complesse che si moltiplicarono a dismisura in numerose espressioni secondarie. Questo processo ricevette un impulso decisivo nella cultura occidentale come conseguenza dell’espansione delle divinità egiziane, greche e romane.[1]
Secondo molteplici cosmologie e interpretazioni di antichi testi o tradizioni, la consapevolezza degli Spiriti Totem venne contaminata da entità o “viaggiatori spaziali” che discesero sulla Terra e furono poi trasformati in divinità dalle religioni di questo pianeta. Nei racconti epici della Mesopotamia, per esempio, esseri chiamati Anunnaki (Coloro Che Discendono dal Cielo alla Terra), approdarono qui circa 450.000 anni fa alla ricerca mineraria di fonti auree. Secondo Zecharia Sitchin codesti visitatori non erano considerati come divinità nella cultura sumera, e fu principalmente attraverso i culti pagani della Grecia e di Roma che tale identificazione si diffuse in buona parte delle mitologie e dei sistemi di credenza umani.[2]
Varie fonti esoteriche e interpretazioni di testi antichi suggeriscono che queste entità, sovente descritte come esseri dai tratti rettili, smantellarono il DNA originario dell’umanità e crearono versioni di esseri umani manipolate geneticamente. In tal maniera essi intendevano assicurarsi la vigilanza sul pianeta, la limitazione della percezione umana, l’impiego degli uomini come schiavi e l’assimilazione del loro operare, così come pure dei loro corpi, coscienze, paure ed emozioni.[3]
Il Popol Vuh, testo base dell’epica Maya, narra un processo similare descrivendo come le divinità Maya generarono l’umanità onde farla operare come forza lavoro in schiavitù. Secondo gli insegnamenti gnostici, la miseria e la sofferenza nel mondo non sono il risultato della trasgressione umana. Non c’è stata alcuna caduta in uno stato d’imperfezione. Ogni cosa era fallace dal principio poiché venne originata da una divinità imperfetta. Il vero Dio è alieno all’universo manifesto e appartiene a una realtà che dimora oltre. Una simile visione è comune pure a Un corso in miracoli.
“Il mondo che vedi non è che l’illusione di un mondo. Dio non lo ha creato, poiché ciò che Egli crea deve essere eterno come Lui Stesso. Ma nel mondo che vedi non c’è nulla che durerà per sempre. Alcune cose dureranno nel tempo un po’ più a lungo di altre. Ma verrà il momento in cui tutte le cose visibili avranno una fine” (UCIM, M89).
Michael Harner nel suo lavoro di ricerca con gli indiani peruviani Conibo nel 1960, ebbe una potente esperienza sciamanica stimolata dall’uso di una pozione d’ayahuasca. In quell’occasione egli incontrò delle creature rettili giganti che gli spiegarono che “fuggivano da qualcosa nello spazio; erano venute sul pianeta Terra per sfuggire al loro nemico. Le creature mi mostrarono come avevano creato la vita sul pianeta per potersi nascondere tra le innumerevoli forme e dissimulare così la loro presenza. […] Appresi che le creature a forma di drago erano presenti in tutte le forme di vita, incluso l’uomo. Mi dissero che esse erano i veri signori dell’umanità e dell’intero pianeta. Noi esseri umani non eravamo che i ricettacoli e i servitori di queste creature: per questa ragione mi potevano parlare dal di dentro”.[4] Michael Harner rimase stupito allorché si rese conto che i dettagli della sua esperienza erano familiari allo sciamano locale che egli contattò per ottenere un’opinione professionale.[5]
Sin dai tempi più antichi, nonostante le distorsioni d’informazione, l’essenza delle espressioni degli archetipi originari è stata tramandata grazie al lavoro di pochi individui o gruppi esoterici. Il numero, la forma, il nome e la funzione di questi archetipi originari cambiano secondo le tradizioni cui appartengono e il loro effettivo ruolo strategico in un contesto che si estende ben oltre la comprensione umana. Anche gli esseri umani evoluti sono incapaci di vederli per quello che sono veramente e tendono a percepirli attraverso le forme più accessibili nei loro sistemi di riferimento (per esempio, come divinità, arcani maggiori, cartoni animati, attori cinematografici, extraterrestri, ecc.). Nella maggior parte dei casi gli Spiriti Totem non ricevono tale riconoscimento e, per attirare l’attenzione, sono costretti a ricorrere a specifiche persone (madri, padri, partner, figli, datori di lavoro, amanti, amici, nemici) o a particolari situazioni (professione, educazione, casa, salute, dipendenze) della vita quotidiana.
L’astrosciamanesimo, così com’è descritto in questo testo introduttivo, impiega il linguaggio astrologico come modello di riferimento e considera dodici Spiriti Totem di base associati ai dodici segni zodiacali e ai loro pianeti governatori.
Ciò che ora percepiamo come realtà non è null’altro che un esteso concatenamento di proiezioni attraverso cui gli Spiriti Totem si manifestano. Quando privilegiamo il rapporto con la forma originaria degli Spiriti, invece di affannarci a rincorrere gli specchi delle loro proiezioni, la vita evidenzia la sua essenza primordiale e il nostro vero scopo inizia a rivelarsi.
Nell’astrosciamanesimo è essenziale esplorare i settori e connettersi con gli Spiriti Totem solo dopo aver stabilito una valida connessione con lo Spirito Guida, o Identità Multidimensionale Centrale. Quando operi in compagnia della Guida non esiste alcun pericolo nel rapporto con gli Spiriti Totem. Al contrario, quando agisci da solo e senza precauzioni, l’ego può facilmente manipolare l’esperienza e ci possono essere seri inconvenienti. Lo Spirito Guida funge da protettore, equilibratore e fedele consigliere. La sua vicinanza consente di operare in condizioni di sicurezza e di agevolare l’affrancamento delle componenti di separazione (rancori) che bloccano il rapporto con gli Spiriti Totem. Fin tanto che la Guida è espressamente invitata e riceve il permesso di operare, le esplorazioni dei settori sono sicure.
Per dialogare con gli Spiriti Totem è necessario sviluppare una sensibilità che richiede allenamento e pratica. La maggior parte delle loro risposte o espressioni procedono per mezzo di immagini, suoni, sensazioni, emozioni, comunicazioni telepatiche e sottili. Si tratta di acquisire la capacità di percepire questi messaggi. Il modo più semplice per comprendere questo linguaggio consiste nell’impiegare ogni senso, mantenendo il rapporto con la Guida e seguendo le sue indicazioni. È pure importante tenere in mente che la natura fondamentale di queste esperienze trascende profondamente le limitazioni percettive fondate sul dualismo e la separazione.
Le relazioni con gli Spiriti non sono molto diverse da quelle con gli esseri umani. Talvolta è necessario essere aperti, distaccati, diretti, diplomatici, provocatori o insistere, stabilire accordi, fare domande, ecc. Una chiave in questi rapporti, così come in quelli con gli esseri umani, è operare con amore, rispetto e onore. Gli Spiriti Totem, gli Animali Guida, gli esseri non-ordinari, gli amici umani, i parenti, ecc., rispondono tutti in base al rispetto che doniamo a loro.
La maggior parte degli esseri umani è stata condizionata a dare la priorità a un numero limitato di relazioni e a trascurarne molte altre. Nel corso dei tempi questa discriminazione ha raggiunto livelli tali che molte forme viventi non sono nemmeno viste o considerate reali. Abbiamo subito a lungo l’influenza di questo mondo fondato sulla separazione. Occorre tempo prima che possiamo riesumare pienamente la nostra vera percezione e recuperare una relazione completa con la Guida. I canali di comunicazione hanno bisogno di essere purificati, liberati di antichi detriti, guariti e riattivati. Non si tratta di un processo istantaneo e, sebbene risultati significativi possono prodursi in brevissimo tempo, il lavoro necessita di essere continuato nel corso della vita. Il Piano di Salvezza ha un suo specifico modo di procedere ed esso può differire dal nostro punto di vista limitato. Pazienza, devozione e fiducia nella Guida sono qui ingredienti essenziali.
Gli Spiriti Totem custodiscono le chiavi della nostra percezione. La loro essenza non è né buona né cattiva. Alcuni di loro possono essere avvertiti in maniere diverse e talvolta provocare rancori consistenti. Qui si tratta di comprendere perché essi sembrano causare problemi e quindi incanalare la loro energia in accordo con uno specifico Intento connesso con la Funzione. Ciascun Spirito possiede varie qualità e il lavoro consiste nel permettere a queste virtù di diventare potenti doni e medicine disponibili lungo il cammino spirituale. Forse potresti avere bisogno di acquisire la capacità di distaccarti da emozioni turbolente e ondate di rabbia che in modo inaspettato tendono a travolgere la tua vita. In questo caso, per esempio, lo Spirito Totem del Settore 11 (Acquario) potrebbe fornire medicine utili riguardo al distacco e all’abilità di affrontare i cambiamenti.
Le energie degli archetipi più rilevanti si riflettono in genere nelle persone che attiriamo nella mia vita. Per esempio, se passi la maggior parte del mio tempo a scrivere, meditare, parlare o lavorare a un livello mentale, potresti attrarre amici, persone o situazioni che sono molto concrete, pratiche e terrene. Una connessione operativa con gli Spiriti Totem legati all’elemento Terra – come il Settore 2 (Toro), Settore 10 (Capricorno) o Settore 6 (Vergine) – potrebbe risultare favorevole in questo caso.
Il vantaggio del lavoro con gli Spiriti Totem riguarda la possibilità di accedere direttamente e in modo sistematico alle qualità che essi rappresentano. Lo scopo iniziale dell’astrosciamanesimo è di porre le fondamenta per un rapporto di guarigione con ciascun archetipo. In questo processo preliminare una buona pratica consiste nel riconoscere o nominare gli Spiriti Totem in questione e impiegare l’immaginazione per percepirli come entità viventi. Dopo tutto, fu probabilmente la nostra stessa immaginazione a determinare la loro forma originaria. Ed è mediante l’uso di questa stessa immaginazione che possiamo recuperare le energie degli archetipi e guarire ciò che ha causato la nostra separazione da loro.
In primo luogo, raccomando di essere aperti a un rapporto esperienziale privo di pregiudizi con gli Spiriti Totem, scoprendo la loro effettiva natura, ricevendo i doni che hanno da offrire, liberando possibili rancori e scoprendo sempre più cose riguardo al modo in cui operano nella tua vita. In seguito, puoi anche acquisire informazioni aggiuntive attraverso libri, articoli o film, e visitando luoghi sacri, usando statue, immagini e altri strumenti relativi agli archetipi. Esiste una gran quantità di materiale disponibile attualmente sul mercato. Ricorda sempre che la precedenza va data al tuo rapporto diretto con l’archetipo.
Per favore tieni conto che quello che leggi in questo testo è semplicemente la descrizione di una strategia. Vi sono numerosi modi di lavorare con gli archetipi e questa è solo una tra le tante possibilità. Ti invito a evitare di diventare rigido. Questi insegnamenti non sono per niente una verità assoluta. La loro forma espressiva è in vero provvisoria. La misura del loro valore, così come per ogni insegnamento strategico, è data solo dal livello in cui essi sono utili per te.
In alcune circostanze può essere preferibile adattare la pratica a una tua specifica situazione o processo. Inoltre sii cosciente che il lavoro con gli Spiriti Totem può essere piuttosto deludente per chi è in cerca solo di eccitazione o senso di grandezza. Si tratta di un processo di intensa trasformazione che comporta il confronto e il rilascio di esperienze primordiali ed emozioni profondamente radicate. Consiglio di procedere gentilmente e, nel caso ne derivi eccessivo disagio, di evitare temporaneamente il rapporto diretto con gli Spiriti Totem e scegliere altri tipi di pratiche (per esempio, gli strumenti di guarigione forniti per ciascun settore nel secondo libro) o operare in stretta connessione con un operatore sciamanico qualificato.
Gli antichi offrivano regolari sacrifici a ogni divinità. Essi sapevano che nel caso in cui una di esse fosse stata trascurata, questa si sarebbe presa ciò che gli era dovuto anche in modo imprevedibile e talvolta brutale. In queste usanze, per quanto primitive possano sembrare, risiede la chiave di comprensione del lavoro con gli Spiriti Totem. Sacrificare (“rendere sacro”) significa qui riconoscere una specifica energia, accettare di rapportarsi con essa e riconoscerla come parte di me.
Robert M. Stein descrive questo processo come segue: “La ricerca psicosomatica si è limitata quasi esclusivamente all’indagine del rapporto mente-corpo in termini di causa-effetto. In contrasto col modello casuale usato dalla moderna medicina scientifica, l’antico modello acausale della medicina teurgica ritiene che la malattia sia una conseguenza dell’azione divina. Uno dei fondamenti della medicina teurgica è che la divinità che infligge la ferita è allo stesso tempo sia la malattia che la cura. Lo scopo, dunque, non è quello di combattere il disturbo a livello di medicina allopatica, quanto piuttosto di stabilire una connessione, cioè una giusta relazione col potere divino”.[6] Qui la chiave è identificare nuovamente queste energie psichiche, assegnarle al loro regno specifico e scegliere di stabilire una relazione diretta. Nel corso dei tempi, gli atti di sacrificio hanno subito diversi sviluppi: dalle immolazioni umane alle offerte di animali, piante, pietre, cibo, denaro, rancori e dell’ego stesso. Alla fine, gli Spiriti Totem stessi rappresentano l’ultimo oggetto di sacrificio.
© Franco Santoro, estratto da Astrosciamanesimo: un viaggio nell’universo interiore
Note:
[1] L’astrologia che è giunta a noi è fondamentalmente il prodotto di autori e filosofi greci, di cui riflette i miti e la visione del mondo. I pianeti astrologici stessi sono identificati con i nomi delle divinità romane, prese in prestito dal pantheon greco. L’astrologia trova le sue radici in tempi ben più antichi, tuttavia le sue origini sono andate perdute. Solo pochi frammenti della sua remota eredità sono rimasti e hanno subito l’adattamento ai sistemi di credenza fondati sulla separazione delle età successive.
[2] Zecharia Sitchin, The Stairway to Heaven, Avon Books, New York, 1980, p. 86.
[3] vedi Arthur David Horn, Humanity’s Extraterrestrial Origins: ET Influences on Humankind’s Biological and Cultural Evolution, Silberschnur, Lake Montezuma, Arizona, 1994; William Bramley, The Gods of Eden, Avon Books, New York, 1993. Barbara Marciniak, Bringers of the Dawn: Teachings from the Pleiadians, Bear & Company, Santa Fe, 1992.
[4] Michael Harner, La via dello sciamano, Edizioni Mediterranee, Roma, 1995, pp. 37-38.
[5] Riguardo alle creature rettili giganti che si vantavano di essere i veri maestri dell’umanità, lo sciamano disse “Oh, dicono sempre così. Ma sono solo i Padroni dell’Oscurità Cosmica” (Harner, op. cit., p. 41). In seguito a quell’esperienza Michael Harner decise di studiare a fondo lo sciamanesimo.
[6] Robert M. Stein, “Body and Psyche: An Archetypal View of Psychosomatic Phenomena” in Spring, 1976 citato in Stephen Arroyo, Astrologia karma trasformazione: le dimensioni interiori della carta natale, Astrolabio, p. 40.